Si va verso il silenzio-assenso per le nomine dei manager della sanità in un clima teso. I componenti delle opposizioni in commissione Affari istituzionali hanno messo a verbale la richiesta dell’invio delle carte alla Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei Conti per presunte irregolarità legate al ruolo di Salvatore Iacolino: il dirigente generale del dipartimento pianificazione dell’assessorato alla Salute risulta nell’elenco dei candidati idonei al ruolo di manager (ma non fa parte dei 18 scelti). Col silenzio-assenso la palla passerà al governo Schifani.
Nella mattinata di oggi, giovedì 14 marzo, la commissione Affari istituzionali doveva esprimere il parere sui nomi dei direttori generali di Asp e ospedali ma al momento della votazione nell’ufficio era presente solo il presidente Ignazio Abbate: assenti i sette della maggioranza e i sei dell’opposizione. Abbate ne ha preso atto e ha sciolto la commissione, che non sarà più riconvocata. Per regolamento i quindici giorni dal momento in cui la commissione aveva ricevuto i documenti integrativi sui nominativi da verificare chiesti all’assessorato alla Salute scadono il 16 marzo, mentre i trenta giorni complessivi per la procedura di parere scadono giorno 17.
Che il clima oggi fosse complicato si era capito fin da subito. Alla prima convocazione, intorno alle 11.30, in commissione erano presenti sei deputati della maggioranza su sette (assente Stefano Pellegrino ma per motivi giustificabili), non c’erano i sei dell’opposizione, riuniti in separata sede. In attesa dell’arrivo della minoranza, il presidente Abbate ha sospeso i lavori. Dopo circa un’ora è avvenuta la seconda convocazione: a quel punto erano presenti i sei componenti dell’opposizione (Michele Catanzaro, Gianfranco Miccichè, Martina Ardizzone, Pippo Lombardo, Angelo Cambiano e Mario Giambona) e tre deputati della maggioranza (Ignazio Abbate, Marco Intravaia e Giuseppe Laccoto). Sono state verbalizzate le dichiarazioni, tra cui la richiesta della minoranza di inviare le carte in Procura e alla Corte dei conti.
I lavori sono stati sospesi per cinque minuti, poi si sarebbe dovuto votare ogni singola nomina. Ma alla ripresa Abbate è rimasto solo in commissione: preso atto della mancanza del numero legale ha sciolto i lavori. «La commissione ha lavorato per un mese sulle nomine, per la prima volta è stata chiesta una mole enorme di documentazione integrativa al governo – spiega Abbate – Due giorni fa abbiamo ascoltato per due ore e mezzo l’assessore alla Sanità Giovanna Volo, che era stata riconvocata oggi ma non c’è stato dibattito per cui alla fine non è stata sentita. In base ai documenti ricevuti abbiamo verificato che su nessuno dei nominativi indicati dal governo ci sono problemi giuridici o di tipo amministrativo, per cui potevamo procedere con le singole votazioni. Ma i componenti hanno fatto le proprie valutazioni in libertà e alla fine non c’è stato il voto. In queste settimane ho garantito il rispetto della procedura dando spazio a maggioranza e opposizione per un’analisi dettagliata, cosa che è stata fatta. Visti il tempo intercorso per l’esame e i termini in scadenza non convocherò più la commissione, sarà il governo ora a procedere».
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