È una sfida che si chiude al fotofinish quella per il nuovo governo della Sardegna. Gli ultimi dati dello spoglio, quando mancano circa 300 sezioni da scrutinare, danno Alessandra Todde in vantaggio su Paolo Truzzu con una esigua percentuale (tra lo 0,2 e lo 0,6 per cento): lo scrutinio procedere con lentezza esasperante e il risultato definitivo, con i decimali, non arriva prima della notte. Ma la tendenza delle ultime ore, quando anche i dati delle grandi città finalmente confluiscono nel portale della Regione, danno in testa la candidata del campo largo a guida Pd-M5s: se questo troverà conferma, si tratterebbe della prima affermazione dell’alleanza rosso-verde laddove si è manifestata finora. E consegnerebbe alla Sardegna la sua prima donna presidente.
Che il vento non fosse comunque sfavorevole a Todde lo si era capito dalla mattina, con l’arrivo dei primi dati ufficiali che la davano in netto vantaggio sull’avversario di centrodestra. Poche sezioni, è vero, ma un distacco inaspettato che ha provocato da subito le dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza di governo per cercare di parare il colpo: «Paghiamo il fatto che forse in cinque anni non abbiamo governato proprio brillantemente», dice a caldo il deputato di FdI Salvatore Deidda, pronto però, poco dopo, a correggere il tiro: «Stanno arrivando nuovi dati che stanno modificando i primi. Stiamo vincendo in molte sezioni dell’hinterland cagliaritano, nel Sarrabus, nell’Oristanese, in Gallura, nel Sassarese. Non abbiamo mai ritenuto che fosse una passeggiata o una vittoria scontata per noi, si sta invece profilando un testa a testa».
Cautela all’inizio anche nel quartier generale di Alessandra Todde, ma l’entusiasmo era palpabile: «una finale di Champions League», l’ha definita Ettore Licheri, senatore e coordinatore regionale del M5s, precisando che si era ancora al primo tempo e che la partita sarebbe stata lunga. Da metà giornata in poi lo spoglio ha visto i due candidati in altalena, un testa a testa segnato dal vantaggio o dalla ricorsa di uno dei due contendenti, che ha convinto sia Todde che Truzzu a non raggiungere le rispettive sedi elettorali, aperte a Cagliari, nell’attesa di un esito più certo.
La svolta che ha dato al campo largo il segnale che Todde potrebbe farcela è arrivata con la partenza da Roma sia della segretaria del Pd Elly Schlein che del presidente dei cinquestelle Giuseppe Conte alla volta di Cagliari, dove sono atterrati in serata. «Non erano tanti quelli che immaginavano una sfida così aperta in Sardegna - dice il leader pentastellato prima di salire sull’aereo - Si va al fotofinish, il risultato è sul filo di lana e può essere deciso da una manciata di voti. Che si vinca o che si perda, però, sarà stato comunque un risultato straordinario e Alessandra Todde merita l’abbraccio di tutta la nostra comunità per il gran lavoro fatto».
Truzzu al momento non parla. Nessuno lo ha visto nel suo quartier generale, deserto ormai da qualche ora, quando si è capito che per il cetrodestra non ci sarebbe stato nessun exploit. Chi ha deciso comunque di riconoscere la vittoria di Todde è stato Renato Soru, l’ex governatore che ha rotto con il centrosinistra, candidandosi in solitario, finendo però per essere bocciato dalle urne: per via dello sbarramento al 10% per le coalizione resterà fuori dal Consiglio regionale. «I migliori auguri ad Alessandra Todde - dice il patron di Tiscali al suo arrivo nella sede elettorale dove ha ammesso la sconfitta - e a tutta la Sardegna perché possano superare il mal governo piuttosto disastroso di questi ultimi cinque anni e possano davvero fare bene per la nostra regione». (ANSA).
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