Il Giorno della Memoria segnato da accuse di «genocidio contro Israele» in diverse piazze italiane, con bandiere della Palestina, slogan e fantocci contro il governo di Netanyahu. Nonostante i divieti. Sono migliaia i manifestanti che nel Paese hanno sfidato le prescrizioni imposte dalle questure di varie città, le quali avevano accolto l’invito contenuto nella circolare del Dipartimento della Pubblica sicurezza a prevedere un rinvio dei cortei indetti in occasione della data della commemorazione della Shoah.
Da Napoli a Trento, passando per Roma, Bologna, Torino e Cagliari, si sono svolti vari presìdi mentre a Milano, al grido di «intifada», circa milleduecento persone hanno tentato di far partire un corteo a piazzale Loreto, blindata: il cordone delle forze dell’ordine in tenuta anti sommossa ha impedito l’accesso oltre via Padova respingendo con gli scudi e qualche manganellata il tentativo di sfondamento da parte dei dimostranti «pro Gaza». Contro gli agenti sono partiti lanci bottiglie d’acqua e petardi mentre una serie di insulti sono piovuti contro un giovane che dal balconcino di uno dei palazzi sovrastanti aveva mostrato un cartello con la scritta «Free Gaza from Hamas» (Liberare Gaza da Hamas, ndr). Tutto è rientrato dopo alcuni minuti anche se durante la manifestazione un ragazzo è rimasto lievemente ferito con un taglio al sopracciglio, senza ricorrere però alle cure del 118. «Questa per noi è comunque una vittoria politica», hanno detto i manifestanti al megafono, chiedendo il cessate il fuoco nella Striscia.
Cifre simili sono state registrate in piazza Vittorio, a Roma, dove è stato esposto un manichino con il volto del premier israeliano Benjamin Netanyahu vestito da deportato, marchiato da una stella di David, con le mani legate dalle manette e una svastica. Anche qui i partecipanti - che hanno sovrapposto nei loro cartelli la scritta «assassini» ai simboli ebraici - si sono ritrovati nel luogo in cui era stato indetto il corteo che non è mai partito dopo l’indicazione fornita delle autorità ai promotori, affinché fosse spostato ad altra data.
Un sit-in «contro il genocidio in Palestina» si è svolto anche a Napoli, organizzato dagli attivisti del centro sociale Mezzocannone occupato, i quali hanno definito il 27 gennaio «la Giornata della Memoria tradita, innanzitutto da Israele e da chi è complice del suo progetto di apartheid e di pulizia etnica, come il nostro governo. La memoria dell’olocausto e il genocidio nazifascista di sei milioni di ebrei - hanno detto - deve essere d’aiuto a indagare e ricordare affinché non si ripetano gli orrori del passato».
Incidenti scongiurati anche a Trento, dove trecento persone, tra cui anche diversi anarchici, si sono radunate in piazza Duomo mentre nel centro di Torino decine di persone - con del nastro nero sulle loro bocche in protesta contro la circolare anti corteo - hanno distribuito volantini in cui si spiega che in «Palestina il bilancio umano è terribile con circa 30 mila morti e quasi 60 mila feriti dal 7 ottobre. Più del 70% delle vittime sono donne e bambini». A Cagliari l’iniziativa, a cui hanno aderito trecento persone, è stata invece organizzata dagli attivisti di A Foras: «i valori della giornata stessa sono finalizzati a far sì che non si ripeta più quanto accaduto. E oggi in Palestina si rischia di distruggere un popolo intero».
A Massa c’è invece chi ha contestato un altro tipo di evento programmato in coincidenza con la commemorazione della Shoah: centinaia di persone hanno partecipato al presidio della Cgil provinciale - a cui hanno partecipato anche la sindaca e un assessore regionale - contro la presentazione in città del libro del generale Roberto Vannacci, ritenuta inopportuna durante la ricorrenza del ricordo delle vittime della deportazione nazista.
In alto momenti di tensione in via Padova, a Milano (foto di Matteo Corner/Ansa)
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