Preceduto e accompagnato dalle polemiche sollevate dai partiti d’opposizione, la Commissione Ambiente e industria della Camera ha approvato in nottata l’emendamento del relatore al decreto legge Energia che all’art. 14 quater affida per due anni (prorogabili) al presidente della Regione Siciliana il ruolo di commissario per il ciclo dei rifiuti nell’Isola. Il decreto legge 181 dello scorso 9 dicembre, in fase di conversione, è in prima lettura alla Camera. La nomina vera e propria avverrà entro i trenta giorni successivi alla conclusione dell’iter parlamentare.
A Schifani sarà affidato «il completamento della rete impiantistica integrata» e «la realizzazione e localizzazione di nuovi impianti di termovalorizzazione di rifiuti». Il presidente della Regione, nel ringraziare il governo Meloni e la maggioranza parlamentare, spiega che «appena le procedure saranno completate, ci metteremo subito al lavoro perché la Sicilia non sia più costretta a sostenere ogni anno l’onere finanziario di 100 milioni di euro per smaltire i rifiuti all’estero e ad affrontare periodicamente emergenze ambientali».
Gli uffici di Palazzo d’Orléans precisano che le competenze in materia di gestione dei rifiuti della Regione e degli enti territoriali, non cambiano. Non la pensano così le opposizioni, che nei poteri straordinari del presidente ravvedono l’estromissione dalle decisioni delle Srr (le società di gestione del servizio rifiuti), delegando al capo della giunta regionale i compiti di realizzazione degli impianti, nonché l’adozione del piano rifiuti che in Sicilia è in corso d’aggiornamento.
Sui termovalorizzatori le polemiche tra favorevoli e contrari non si placano. Da una parte si sostiene la necessità di realizzarli, dall’altra vengono considerati strumenti desueti e inquinanti, soprattutto in vista dell’impegno assunto dall’Ue di ridurre le emissioni del 55% nel 2030, rispetto ai livelli del 1990. Per non parlare degli scarsi risultati della raccolta differenziata, con i casi limite di Palermo e Catania, ferme sotto il 20%.
Infine, la questione dei costi: l’emendamento al dl Energia prevede un investimento fino a 800 milioni di euro per la realizzazione di due termovalorizzatori, somma da prelevare dai fondi Fsc, Fesr e Poc, il primo dei quali già recentemente decurtato dall’ingente prelievo di 1,3 miliardi (su un totale di 6,6) da destinare al ponte sullo Stretto.
Se per la maggioranza i poteri conferiti a Schifani sono «una risposta seria e concreta a un problema che per la Sicilia è diventato oramai insostenibile», come afferma il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (FI), per le opposizioni «il governo Meloni sta sferrando l’ennesimo schiaffo ai cittadini», affermano i parlamentari siciliani del M5S alla Camera.
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