Il Tar del Lazio ha pubblicato la prima sentenza definitiva di uno dei ricorsi presentati contro i Tolc (test on line per l’accesso all’Università) di Medicina. A presentarlo sono stati candidati siciliani. «Il meccanismo introdotto dall’amministrazione - scrivono i giudici - non soddisfa le richiamate esigenze, presentando elementi di rischio che, da un lato, non sono giustificati da esigenze oggettive della selezione e, dall’altro, non consentono un ordinamento degli aspiranti sulla base della sola performance, essendo la relativa posizione influenzata, in maniera anche significativa e determinante l’accesso ai corsi di laurea, dall’attribuzione di un fattore di parametrazione del punteggio che limita, in modo per ciascuno diverso, il punteggio massimo raggiungibile e che mina, pertanto, la par condicio tra i candidati. Un sistema siffatto non è, dunque, idoneo ad assicurare la selezione dei candidati più meritevoli e non può, pertanto, superare il vaglio di legittimità». «Siamo felici di questa prima vittoria e che il giudice abbia accolto le nostre tesi e le abbia ritenute fondate - spiegano gli avvocati Francesco Leone, Simona Fell, Floriana Barbata e Valentina Guddo che difendono oltre 3.500 ricorrenti - concordando con noi sull’irregolarità del bando e dell’equalizzatore. Non siamo d’accordo con le conclusioni della sentenza - spiegano gli avvocati - perché il diritto amministrativo in casi come questo prevede un risarcimento del danno. Il giudice, sebbene abbia annullato bando e graduatoria e decretato l’illegittimità di tutta la procedura, non ha previsto l’immatricolazione in sovrannumero. La battaglia dunque non è ancora conclusa, se i ricorrenti vorranno proporremo appello al Consiglio di Stato. Le due strade plausibili sono infatti la ripetizione della prova per tutti i candidati o l’immatricolazione in sovrannumero per i ricorrenti. Non esiste altra opzione».