Le tabaccherie potranno diversificare, e di molto, il loro business aprendo corner che funzioneranno da agenzie di scommesse e sistemando al proprio interno slot machine. Le sale bingo e i centri per il gioco potranno essere cedute più facilmente perché gli acquirenti non dovranno rispettare dei vincoli che oggi rendono difficile ottenere le autorizzazioni.
Sono due delle 99 norme che una settimana fa, nell’ultima notte di votazione all’Ars, i deputati hanno inserito nella Finanziaria. Misure adottate senza tanto clamore ma dagli effetti enormi.
Il punto di partenza è mitigare gli effetti della legge 24 con cui l’Ars nel 2020 aveva ristretto la possibilità di aprire nuove sale scommesse e giochi obbligando a rispettare un limite di 300 o 500 metri (nelle grandi città) da luoghi sensibili come scuole, ospedali, centri di aggregazioni e sportivi. Il tutto per prevenire il fenomeno della ludopatia.
A distanza di tre anni però una delle due norme approvate una settimana fa ha l’effetto di liberalizzare dentro le tabaccherie l’apertura di corner per le scommesse e la sistemazione di slot machine e apparecchiature per il gioco. «Grazie a questa norma - spiega Salvo Pistoia, vice presidente nazionale della Sapar (associazione dei gestori di giochi di Stato) - le tabaccherie potranno installare slot machine e corner per le scommesse senza rispettare il vincolo dei 300 o 500 metri dai luoghi sensibili». Con ogni probabilità - calcolano gli esperti del settore - ciò farà sì che le tabaccherie moltiplichino il loro business trasformandosi anche in agenzie di scommesse e sale da gioco. E questo potrà avvenire anche se nelle vicinanze hanno delle altre effettive sale da gioco o scommesse. Non varrà più neppure il vincolo di vicinato per tipologie commerciali simili. Resteranno intatte solo le autorizzazioni che normalmente rilascia la Questura, legate però ai requisiti personali dei titolari. È una linea già adottata in altre Regioni come Marche e Campania e ciò fa sperare i promotori della norma che da Roma non arriveranno impugnative.
L’altra norma che riguarda il gioco è quella che rende più facile vendere una sala scommesse o un centro in cui si trovano slot machine. E qui bisogna fare un salto indietro: quando la legge 24 fu approvata, nel 2020, venne prevista una deroga al vincolo dei 300 o 500 metri per le sale giochi e le agenzie già esistenti. Ma un comma successivo prevedeva che se una di queste agenzie venisse venduta, quella dell’acquirente verrebbe considerata come «nuova attività» e dunque soggetta a quei limiti. Di fatto ciò impedisce che resti aperta e dunque limita le vendite di agenzie e sale giochi. Con la norma approvata all’Ars viene meno questo vincolo: in pratica, chi compra e subentra nell’attività preesistente non è soggetto ai vincoli se neanche il predecessore lo era. «Non può essere considerata nuova installazione il cambio il cambio della titolarità degli esercizi già dotati di licenza»: così recita l’emendamento approvato.
Si tratta di norme spinte dalle associazioni che raggruppano le grandi catene del settore. E che la commissione Attività Produttive dell’Ars, guidata dal forzista Gaspare Vitrano, aveva audito durante i lavori preparatori della manovra.
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