Filtra ottimismo in Sicilia su una soluzione per chiudere un caso diventato politico nei partiti di centrodestra: il no della Protezione civile nazionale alla richiesta di calamità naturale inoltrata sette mesi fa dalla Regione dopo gli incendi che in estate devastarono ettari di verde nell’Isola distruggendo aziende, colture, abitazioni e con danni quantificati in circa 150 milioni di euro. A dare manforte alle vittime, che oggi hanno manifestato con un sit in davanti alla Presidenza della Regione, è stato il governatore Renato Schifani, che ha ricevuto una delegazione nel suo ufficio, confermando che mercoledì prossimo si terrà una riunione a Roma, convocata dal ministro ed ex governatore siciliano Nello Musumeci, con i tecnici dei dipartimenti della Protezione civile nazionale e siciliana. Gli esperti stanno lavorando per risolvere gli aspetti burocratici che avrebbero impedito la bollinatura dell’istanza, in modo tale che al tavolo ministeriale vengano assunte le determinazioni per il trasferimento dei fondi. Schifani ieri aveva detto che «uno Stato che nega ai cittadini il risarcimento di un danno di pubblico dominio, subito per colpe o eventi altrui, e lo fa sulla base di cavilli procedurali non applicati prima, non è lo Stato in cui mi riconosco». Mentre il ministro Musumeci aveva sottolineato, sempre ieri, «che i due direttori della Protezione civile, Fabrizio Curcio e Salvo Cocina, già da agosto si confrontano sul tema, ma senza trovare una intesa per carenza di documentazione da parte della Regione». L’assessore regionale all’Energia ed esponente di punta degli autonomisti del Mpa, Roberto Di Mauro, rimarca che «la risposta, negativa, è arrivata con sette mesi di ritardo rispetto alla domanda, peraltro, assolutamente documentata da un’ampia relazione di oltre 500 pagine redatta in modo certosino dal dirigente della Protezione Civile, ingegnere Salvatore Cocina». Ed evidenzia il «diniego motivato dal ministro Musumeci da una mancanza di documentazione» a fronte di incendi che “hanno provocato 6 vittime e ingenti danni tra cui la devastazione di ben 2 parchi archeologici». «Impensabile - insiste Di Mauro - non valutare gli eventi tali da giustificare una misura d’emergenza, se è vero che oltre alle vittime, oltre alla devastazione di parchi archeologici, ci sono moltissime persone che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione a causa degli incendi. Peraltro - osserva - c’è un precedente che risale al periodo in cui lo stesso ministro Musumeci era governatore. In quel caso, dinanzi a un diniego della Protezione civile, fu il presidente del consiglio Draghi a spingere per sbloccare i fondi destinati alla Sicilia». A fare da spalla al governatore Schifani sono le opposizioni di centrosinistra, con tre deputati regionali ricevuti dalla Presidenza della Regione, assieme alla delegazione delle vittime degli incendi. «Tutta la querelle fra Roma e la Sicilia non deve gravare sulle famiglie e su quelle persone che hanno perso tutto - sostiene Ismaele La Vardera di Sud chiama Nord - Il governatore ci ha confermato che con molta probabilità il governo centrale riconoscerà lo stato di calamità, il che è notizia». E le parlamentari regionali del Pd Valentina Chinnici ed Ersilia Savarino aggiungono: «Speriamo che la piena disponibilità del presidente della Regione a risolvere in tempi brevi la mancata dichiarazione di stato di calamità naturale da parte del governo nazionale non si risolva in nulla di fatto».