«Mi devo scusare per aver rinviato» questa conferenza stampa per «due volte per ragioni di salute, mi spiace che questo abbia generato delle polemiche, ma non c'era alcun intendimento di scappare da domande dei giornalisti». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni durante la conferenza di fine anno. «Farò la mia parte perché facciate al meglio il vostro lavoro: non mi aspetto altro che rispetto ma certo non sconti», ha aggiunto. Quarantacinque le domande per il tradizionale appuntamento di fine anno rivolte al premier. Ecco i punti principali
Pozzolo deferito al collegio dei probiviri di FdI e in attesa sospeso
«Io ho chiesto che Pozzolo venga deferito alla commissione dei probiviri di Fdi indipendentemente dal lavoro che fa l'autorità competente e che nelle more del giudizio sia sospeso da Fdi. Sulla classe dirigente del mio partito, c'è sempre qualcuno che non ti aspetti che commette errori. Però non sono disposta a fare questa vita se intorno a me non sentono e capiscono la responsabilità».
Sul caso commesse Anas «ritengo che Salvini non debba riferire in Aula»
«Penso che sulla questione bisogna attendere il lavoro della Magistratura, gli sviluppi, se necessario commentare quelli e non i teoremi. Da quello che ho letto le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non è chiamato in causa e ritengo che non debba intervenire in Aula su questa materia». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di fine anno, rispondendo ad una domanda sull'inchiesta sugli appalti Anas.
Privatizzazioni, lo Stato deve controllare
Nelle privatizzazioni il governo intende muoversi con una «riduzione delle quote in partecipate che non riduce il controllo pubblico, come Poste, oppure con l'entrata di privati con quote minoritarie, come in Ferrovie. Ovviamente sono passaggi complessi e la tempistica non solo da me. Abbiamo dato un segnale con Mps - ha aggiunto - con la nostra iniziativa parte delle risorse sono rientrate, abbiamo dato un bel segnale. Lo Stato deve controllare ciò che è strategico ma ciò comporta aprirsi anche al mercato».
«Il premierato non toglie potere al capo dello Stato»
«Non vedo in cosa l'elezione diretta del capo del governo significhi togliere potere al Capo dello Stato e visto che noi abbiamo scelto non toccare i poteri del Capo dello Stato. Si crea secondo me un equilibrio che è un buon equilibrio, si rafforza la stabilità dei governi», ha detto Meloni a proposito della riforma del premierato. «Questo non è un referendum sul governo o su Giorgia Meloni, ma su cosa deve accadere dopo», ha proseguito. «Il referendum sul premierato non è su di me, io sono il presente di questa nazione, ma è sul futuro di questa nazione. Io ho fatto quello che era scritto nel programma, spero che si possa avere una maggioranza» in Parlamento, «non sono molto ottimista, sono franca, ma se non ci sarà lo chiederemo agli italiani, ma non è un referendum su Giorgia Meloni».
«Non soddisfano i risultati sui migranti, resta una priorità»
«Non ritengo soddisfacenti" i risultati sull'immigrazione "soprattutto rispetto alla mole di lavoro che ho dedicato a questa materia, penso che se non l'avessi fatto le cose sarebbero andate molto molto peggio». Così la presidente del Consiglio sottolineando che «se mi chiedete se sono soddisfatta oggi dico no, se penso di esserlo alla fine di questa legislatura continuo a lavorare per questo, è una delle mie priorità». «Sono leggermente più soddisfatta dei dati dell'ultima parte dell'anno che mostrano un calo rispetto alla parte iniziale. So che ci si aspettava di più su questo, sono pronta ad assumermene le responsabilità».
«La lettera di Mattarella non rimarrà inascoltata»
«L'appello del presidente Mattarella non rimarrà inascoltato, valuterò con gli altri partiti di maggioranza e con i ministri», ha affermato rispondendo ad una domanda sui rilievi del Quirinale sul ddl concorrenza e in particolare sulle concessioni degli ambulanti e dei balneari. «Questo è un tema, la stratificazione di problemi che abbiamo che vanno dalla questione delle lungaggini burocratiche ai tempi della giustizia. L'Italia è una nazione in cui molti investirebbero se avessimo maggiori certezze. Penso che queste siano due riforme che servono, la riforma della burocrazia e della giustizia e le considero due delle mie priorità per il prossimo anno».
Il caso Degni: «La cosa più grave la sfrontatezza del giudice»
«Ritengo che non spetti a me dire che cosa dovrebbe accadere ma mi spetta dire qualcosa sulla gravità di quello che è accaduto: avere un magistrato della Corte dei conti che come incarico ha quello di mettere in sicurezza i conti pubblici che spera per ragioni politiche che l'Italia vada in esercizio provvisorio con tutte le conseguenze oggettivamente un po' di preoccupazione la mette». Ma «la cosa più grave è la sfrontatezza con la quale questo giudice ritiene che sia normale farlo». «Io ho da chiedere alla sinistra se sia normale che persone nominate per incarichi super partes si comportino da militanti politici. Mi aspetto una risposta da Elly Schlein», ha detto la premier parlando del caso Degni. «Mi ha colpito molto che non ci sia stato nessuno a sinistra a dire due parole su questo tema: Paolo Gentiloni che l'ha nominato, Elly Schlein, io vengo chiamata in causa per qualsiasi cosa».
«Il no al Mes occasione per renderlo più efficace»
«Il governo sul Mes si è rimesso all'Aula e la ratifica è stata bocciata. Il Mes è uno strumento che esiste da tempo e io penso che nella reazione dei mercati si legga una consapevolezza rispetto al fatto che è uno strumento obsoleto. Forse la mancata ratifica da parte dell'Italia può diventare un'occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace».
«Pronta al confronto con Schlein, mai sottratta»
«Mi impegno volentieri ad un confronto con Schlein. Credo sia normale, giusto che il presidente del consiglio dei ministri si confronti con il leader dell'opposizione prima della campagna elettorale per le elezioni europee. Non mi sono mai sottratta non lo farò stavolta».
«Non ho ancora deciso se candidarmi alle Europee»
«Non ho ancora deciso se candidarmi alle europee ma devo capire se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro dal presidente del consiglio. Perché penso che sia una decisione che va presa insieme agli altri leader della maggioranza. Non sarei disposta a fare una maggioranza stabile in parlamento con la sinistra, un ragionamento diverso è il sostegno: quando si forma la nuova commissione dove quando si fa un accordo e ciascuno nomina un commissario poi i partiti di governo tendono a votare a favore dell'accordo». Così la presidente del Consiglio ricordando che anche nel caso di Ursula von der Leyen la commissione è stata votata anche da partiti come il Pis polacco che poi "non hanno mai fatto parte della sua maggioranza".
Tasse, tassi e Bce
«Se la domanda è aumenta le tasse o taglia la spesa pubblica, tra le due preferisco tagliare la spesa pubblica e penso si possa fare un lavoro ancora più preciso».
«Nessun bavaglio alla stampa, legge di iniziativa del Parlamento»
«Io penso che lei sappia che la norma è frutto di un emendamento parlamentare che arriva da un esponente dell'opposizione su cui c'è stato parere favorevole del governo ma non è un'iniziativa del governo per cui la manifestazione sotto palazzo Chigi, quando iniziativa non è del governo doveva essere sotto il Parlamento visto che le Camere si sono assunte le responsabilità. L'emendamento riporta l'articolo 114 del codice di procedura penale al suo perimetro originario. La riforma Orlando fece un'eccezione consentendo la pubblicazione delle intercettazioni. Qui non si toglie il diritto del giornalista ad informare io non ci vedo un bavaglio a meno che non si dica che la stampa sia stata imbavagliata fino al 2017. A me pare un'iniziativa valida, forse non l'avrei presa, io non l'ho fatto, ma mi pare una norma di equilibrio tra il diritto di informare ed il diritto alla difesa del cittadino». Ha concluso la premier.