Lesioni colpose, accensioni pericolose, omessa custodia di armi. Emanuele Pozzolo, deputato di Fratelli d’Italia, è l’unico indagato dalla procura di Biella per quanto avvenuto la notte di Capodanno a Rosazza (provincia di Biella), nei locali della Pro Loco, dove, al termine della serata di festeggiamenti, un colpo partito accidentalmente dalla sua pistola ha ferito uno dei presenti. I magistrati della città piemontese parlano di «atto dovuto». Da testimonianze raccolte dai carabinieri, peraltro, non risulta che altri stessero maneggiando l’arma: la circostanza comunque resta tutta da verificare. Una risposta arriverà dallo Stub, il test per la ricerca di residui di polvere da sparo. Nell’immediatezza, Pozzolo non si è sottoposto all’accertamento. Poi ha parlato con alcuni conoscenti e alcune ore più tardi, alle 7.25, i carabinieri hanno potuto procedere. I rilievi sono stati effettuati sia sulle mani che sugli indumenti, tra cui un pile e un paio di jeans. Gli abiti non sono stati presi in consegna dai militari perché, secondo quanto si è appreso, il deputato ha sollevato una questione legata all’immunità parlamentare. Gli investigatori sono comunque certi che il passare delle ore non ha messo a rischio l’attendibilità del test, per il cui esito sono stati interpellati gli specialisti del Ris di Parma. Alla festa c’erano una trentina di persone, fra i quali il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro con la sua scorta. Pozzolo aveva atteso la mezzanotte in casa con la famiglia e alla Pro Loco si è presentato intorno all’una e un quarto. Uno dei presenti, interpellato dall’Ansa, dopo avere fornito un resoconto ai carabinieri, dice che era «molto allegro». «Ad un certo punto - è il racconto - ha tirato fuori una pistola per farla vedere in giro. Era piccola, sembrava un accendino, e la poteva tenere nel palmo di una mano». Cosa è accaduto lo accerteranno gli inquirenti. La scena è durata meno di venti secondi. «Non c’è stato nemmeno il tempo - continua il testimone - di chiedergli cosa stesse facendo e magari di invitarlo a mettere via l’arma, visto che nel locale c’era anche dei bambini». Il proiettile ha raggiunto uno dei presenti, Luca Campana, 31 anni, alla coscia sinistra, genero di uno dei componenti della scorta di Delmastro. Il sottosegretario, in quel momento, era fuori, sul piazzale, a prepararsi per la partenza. Sono stati due agenti del suo seguito a prestare i primi soccorsi a Campana e a mettere la pistola in sicurezza. L’arma è un mini-revolver North American Arms Provo Ut, calibro 22, ed è stata messa sotto sequestro dalla procura. La Procura di Biella intanto procederà alla revoca del porto d’armi a Pozzolo, che lo aveva per difesa personale. Dopo essere stato ferito, Campana è stato portato in ospedale a Ponderano, dove i medici gli hanno estratto il proiettile dalla parte posteriore della gamba, quasi sotto il gluteo, e lo hanno dimesso con una prognosi di 10 giorni. Finora non ha presentato querela. La lesione è lieve, ma in questo momento per camminare deve usare le stampelle. Luca convive con la figlia del caposcorta di Delmastro e ha due figli. Lavora come elettricista in una ditta di installazione allarmi ed è considerato molto bravo, tanto che l’azienda gli ha consegnato un attestato per l’ottimo rendimento reso nel 2023. Le indagini ora sono concentrate sulle analisi dei test per rilevare tracce di polvere da sparo e sulle dichiarazioni rese dai partecipanti alla cena. Verifiche verranno fatte anche sulla mini pistola e sul proiettile che ha ferito l’elettricista trentunenne. Si punta ad accertare l’esatta dinamica dei fatti, capire come è partito lo sparo e chi aveva la pistola in quel momento. «Non ero io», ha detto Pozzolo ai carabinieri. Ma almeno un teste dice che «la stava maneggiando».