Giovedì 21 Novembre 2024

Elezioni europee, in corsa 7 assessori su 12 della giunta Schifani

Emiciclo Parlamento europeo a Strasburgo

In corsa ci sono 7 assessori su 12. Che potrebbero salire a 8 se Luca Sammartino sciogliesse la riserva accettando il pressing di Salvini per entrare nella lista della Lega. E così le Europee di giugno si trasformeranno in una prova del voto per il governo Schifani. È anche per non dare vantaggi al centrodestra che Pd, grillini e Sud chiama Nord avevano provato a rinviare l’approvazione della Finanziaria: con 2 terzi della giunta in corsa, la manovra si potrebbe trasformare in un’arma in più da spendere in campagna elettorale. Invece il pressing delle imprese per evitare il blocco della spesa ha spinto l’opposizione ad accettare il patto che porterà la Finanziaria al traguardo l’8 gennaio. Fra i vincitori politici di questo delicato passaggio ci sono i due assessori di Forza Italia. Marco Falcone (Economia) e Edy Tamajo (Attività Produttive) guideranno la lista forzista alle Europee che il coordinatore Marcelle Caruso sta costruendo. Falcone e Tamajo sono anche i big sponsor di una valanga di norme e misure di sostegno a imprese e famiglie che stanno destando l’attenzione perfino degli alleati. Forza Italia schiererà di certo l’uscente (ex Pd) Caterina Chinnici e accanto a lei due big dell’Ars: la messinese Bernadette Grasso e la agrigentina Margherita La Rocca Ruvolo. La lista va poi completata con due candidati sardi visto che il collegio è unico. La Lega attende di conoscere la decisione di Sammartino. Sul vicepresidente della Regione è forte il pressing di Salvini. E in tanti nel partito scommettono che alla fine sarà candidato: una previsione frutto del fatto che anche nel suo caso sono moltissime le norme in Finanziaria che assegnano contributi mentre in assessorato tanti finanziamenti si stanno sbloccando per decreto in questi giorni (l’ultimo è un bando da 44 milioni per gli agricoltori in crisi). La Lega è certa di schierare anche l’assessore all’Istruzione, il trapanese Mimmo Turano. E il patto elettorale con l’Mpa di Raffaele Lombardo provocherà di certo l’ingresso nella lista del Carroccio dell’assessore autonomista ai Rifiuti, l’agrigentino Roberto Di Mauro. Per quanto riguarda le donne leghiste, è certa la ricandidatura dell’uscente Annalisa Tardino: la coordinatrice regionale, agrigentina anche lei, è forte del sostegno a Palermo della capogruppo all’Ars Marianna Caronia. E questo potrebbe creare un derby se decidessero di candidarsi Sabrina o Vincenzo Figuccia. Quasi tutto deciso anche in Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni sarà capolista in tutte le regioni. La premier ha chiesto a Nello Musumeci di scendere in campo ma l’ex presidente della Regione ha declinato l’invito e lanciato il delfino Ruggero Razza. Che però potrebbe soffrire la concorrenza interna di Salvo Pogliese, l’ex sindaco di Catania che, se eletto a Bruxelles, libererebbe un posto al Senato. Anche Fratelli d’Italia schiererà un assessore regionale, la messinese Elvira Amata (Turismo). E di certo sarà in lista una delle big del consenso, la deputata regionale agrigentina Giusi Savarino. Per la Sicilia occidentale il candidato sarà l’uscente Giuseppe Milazzo, che toglie quindi chances a Francesco Scarpinato e Giampiero Cannella. Fallito il patto con Forza Italia, la Dc di Cuffaro non ha ancora trovato casa. E venerdì ad Agrigento è stata scattata una foto che certifica l’attuale distanza fra i democristiani e gli alleati. Agli auguri natalizi organizzati dai deputati agrigentini del centrodestra ai Dioscuri a San Leone con gli elettori non sono stati invitati proprio i parlamentari della Dc. Difficile prevedere quindi che Cuffaro trovi spazio nelle liste del centrodestra. Potrebbe alla fine correre da solo (per misurarsi) o fare un patto elettorale con i renziani. In ogni caso in lista metterebbe entrambi i due assessori regionali: Nuccia Albano (Lavoro) e Andrea Messina (Enti Locali). E non è un caso che alcune norme inserite in Finanziaria per aumentare i budget di questi due assessorati siano state impallinate proprio dagli alleati, in primis Fratelli d’Italia. Nell’altra metà campo è il Pd che si è portato più avanti nella definizione della lista. Capolista sarà la leader nazionale Elly Schlein, poi ci sarà l’uscente Pietro Bartolo. Per gli altri posti al segretario Anthony Barbagallo restano da sciogliere alcuni ballottaggi: a Palermo si contendono un posto Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici. Il nome forte della Sicilia orientale sarà quello di Maurizio Caserta, candidato sindaco alle ultime elezioni catanesi. Due messinesi concorrono per un posto: Maria Flavia Timbro e Antonella Russo ma se i lettiani riuscissero a ottenere la candidatura verrebbero scalzate entrambe da Stefania Marino, deputata nazionale che se eletta lascerebbe il posto al messinese Giacomo D’Arrigo. Fra le donne sono alte le quotazioni anche della palermitana Cleo Li Calzi e della siracusana Renata Giunta. I grillini devono prima di tutto decidere il metodo di selezione dei candidati: scelti on line dalla base o dall’alto senza primarie?  

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