A metà pomeriggio (di ieri 4 dicembre, ndr) da Palazzo d’Orléans è partito l’ordine per gli assessori di restare nelle commissioni per presidiare la Finanziaria. Troppo alto il rischio di colpi di mano, non solo da parte dell’opposizione.
Dunque il vertice convocato da Schifani con gli assessori per serrare le file in vista dell’approvazione della manovra entro fine anno è saltato. Anche se in serata il presidente della Regione ha incontrato almeno i capigruppo della maggioranza: la riunione è andata avanti fino a tarda notte. Il caso principale è scoppiato in prima commissione, la Affari Istituzionali, intorno all’articolo 5 del testo base presentato dal governo. È quello che stanzia 3 milioni con cui l’assessorato agli Enti Locali, guidato dal cuffariano Andrea Messina, potrà erogare contributi ai sindaci per «iniziative di carattere sociale, economico e culturale».
Materia scottante visto che è già forte nei partiti il sospetto che alcune misure siano state inserite in Finanziaria per spingere la campagna elettorale degli assessori che sicuramente andranno in lista nei rispettivi partiti. C’è diffidenza reciproca fra i partiti alleati, nessuno vuole dare un vantaggio ad avversari elettorali per le Europee.
E infatti su questo articolo si è registrata la contrarietà di Fratelli d’Italia e altri alleati che hanno finito per attaccare la Dc. In particolare sono stati i deputati agrigentini del centrodestra a sollevare dubbi di opportunità sulla scelta di consegnare un assegno in bianco ai cuffariani.
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