Fratelli d’Italia ci riprova. Il partito della Meloni ha chiesto che l’Ars voti con procedura d’urgenza la leggina che salverebbe 4 deputati dal ricorso pendente contro di loro per dichiararne l’ineleggibilità. Si tratta di una norma che era stata inserita nel testo delle variazioni di bilancio approvato all’Ars la scorsa settimana. Ed è stata poi stralciata proprio per via delle polemiche nate anche all’interno della stessa maggioranza di governo. Sfruttando il meccanismo della interpretazione autentica, questa norma avrebbe corretto retroattivamente l'obbligo di dimettersi da cariche pubbliche prima delle elezioni regionali. Un obbligo che, secondo i ricorsi ancora pendenti, non avrebbero rispettato quattro deputati: Dario Daidone, Nicola e Giuseppe Catania di Fratelli d'Italia e Davide Vasta di Sud chiama Nord. Ecco perché, superata la legge di variazioni di bilancio, Fratelli d’Italia è tornata alla carica: deve evitare di perdere alcuni deputati, visto che non tutti i primi dei non eletti nel 2022 sono poi rimasti in FdI. Anzi, un paio ora sono nella Lega, che beneficerebbe della staffetta. Quello che la settimana scorsa era un emendamento oggi è diventato un disegno di legge autonomo. E ha iniziato il suo percorso in commissione Affari Istituzionali. Ma è la manovra politica parallela che sta mettendo in agitazione il centrodestra: in conferenza dei capigruppo, mercoledì sera, Giorgio Assenza (nella foto), leader all’Ars di FdI, ha chiesto che questa norma venga messa ai voti subito, prima della Finanziaria che proprio in questi giorni ha iniziato il suo cammino e monopolizzerà il Parlamento fino a fine anno, ma in commissione Lega, Dc e anche Pd esprimono dubbi sull’accelerazione. Un servizio completo di Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola oggi