Le gigantografie di Berlusconi nei corner delle sale sono l’omaggio all’indimenticabile leader, che viene sempre citato dai dirigenti come quando il governatore della Sicilia Renato Schifani rilancia l’idea di dedicare al cavaliere il Ponte sullo Stretto. A Taormina ci sono il gotha e i giovani del partito provenienti da tutt’Italia per la due giorni di Etna23 organizzata dai gruppi parlamentari azzurri per raccontare il «buongoverno». A chiudere la convention sarà domani il segretario e vice premier Antonio Tajani.
Come aveva fatto a Paestum, anche qui nella perla dello Jonio, Forza Italia parte dalla sua storia, «che non è un retaggio del passato» scandisce il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri, per rimarcare «l’azione che il partito sta portando avanti nel governo Meloni».
«La nostra sfida è dimostrare che il berlusconismo c’è, siamo una forza decisiva per gli equilibri del centrodestra, una risorsa del presente ma anche una capacità per il futuro di un ancoraggio nell’area moderata della nostra coalizione anche in vista delle elezioni europee», precisa Gasparri. Forza Italia ha continuato a «rinnovarsi di legislatura in legislatura e nessuno ha saputo mettere insieme dietro a un bouquet di idee liberali tante generazioni diverse», dice ancora il deputato Paolo Emilio Russo. Anche perché, incalza la presidente dei senatori Licia Ronzulli «per quello che ha fatto Berlusconi, noi abbiamo il dovere di mandare avanti Forza Italia, di farlo nel solco dei valori e degli ideali del fondatore. Tutti ci davano per morti il giorno dopo - prosegue - sono passati ormai mesi, il dolore è ancora forte, ma probabilmente stiamo maturando, stiamo crescendo e con noi anche il partito». Persino «in questa difficile manovra di bilancio che non ci consente di spingere sull’acceleratore rispetto alle tante cose che vogliamo fare come le pensioni minime a mille euro», riflette il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, «stiamo dando un contributo al Paese».
Per FI le sfide sono tante, quelle al governo e quelle per riportare in auge il partito, primo banco di prova le europee di primavera. Nella corsa verso Bruxelles, avverte Ronzulli, «dobbiamo sicuramente fare liste competitive, se daremo spazio al territorio, credo che Fi avrà un super risultato a doppia cifra». E «non dobbiamo pensare di fare eleggere l’amico dell’amico, così ci chiudiamo da soli». La senatrice non fa alcun riferimento esplicito alla Dc di Totò Cuffaro, questione che Gasparri liquida tout court: «Se la vedranno in Sicilia i nostri dirigenti, noi ci presentiamo come Forza Italia-Ppe Berlusconi, quello è il nostro simbolo, non lo cambieremo e non faremo aggiunte». E Marco Falcone, assessore nel governo Schifani e deus ex machina del meeting di Taormina, mette il carico: «Qualcuno pensava che Forza Italia sarebbe andata incontro ad un periodo buio e suggeriva persino altri scenari e alleanze improbabili. E invece oggi è più forte che mai, centrale e protagonista in Sicilia e in Italia».
«È la prima volta che Forza Italia esprime un presidente della Regione - ha detto Renato Schifani -. Mi è stato chiesto l’anno scorso dai leader di centrodestra ed innanzitutto da Silvio Berlusconi. Rimango naturalmente ancorato alle mie radici, sono un berlusconiano nato e cresciuto alla scuola di Silvio Berlusconi. L’entusiasmo e la partecipazione di queste ore danno la prova di un partito vivo. Domani accoglieremo e acclameremo Antonio Tajani, gli annunzieremo il nostro voto totale e totalitario nei suoi confronti come segretario nazionale».
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