Per abbattere le rate dei mutui e per ammortizzare i maxi aumenti maturati fra la seconda metà del 2022 e quest’anno ora la Regione ha un budget di 50 milioni. E gli aiuti potranno andare a molte più famiglie di quelle stimate al tempo della prima versione di una norma che ieri ha visto l’approvazione definitiva all’Ars. Va al traguardo così una delle proposte più popolari del governo Schifani mentre sta faticando un’altra misura, quella che stanzia prestiti a favore delle aziende editoriali: gli imprenditori che hanno fatto domanda non hanno ancora ricevuto risposta. Per quanto riguarda i mutui il voto dell’Ars ha introdotto due modifiche sostanziali. Per illustrarle bisogna fare un passo indietro: nel predisporre la manovra di variazioni di bilancio l’assessore Marco Falcone aveva stanziato 40 milioni per concedere aiuti a chi ha un tasso variabile e ha registrato nel corso dell’ultimo anno un aumento superiore al 3%. La quota extra il 3% verrà coperta dalla Regione che inizialmente aveva stanziato 40 milioni. Poi ieri Falcone ha fatto approvare un emendamento che aumenta il budget di 10 milioni. Sarà l’Irfis a gestire i fondi attraverso un bando. E qui sta la seconda novità di ieri. Un emendamento firmato dai deputati Pd Michele Catanzaro e Nello Dipasquale e dalla leghista Marianna Caronia ha modificato i requisiti per accedere ai contributi: il governo aveva previsto che potessero riceverli le famiglie con un reddito inferiore a 50 mila euro (calcolato attraverso la dichiarazione dei redditi e quindi facilmente raggiungibile anche da famiglie con lavori semplici), ora invece si scende fino a 30 mila euro misurati col modello Isee. (Nella foto l'assessore Marco Falcone e il presidente Renato Schifani) Un servizio completo di Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola oggi