Il primo a farsi sentire è il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna (nella foto), con una nota ufficiale che fa subito suonane l’allerta: «Il testo della legge finanziaria 2024 approvato dal Consiglio dei ministri penalizzerà i Comuni, che avranno sempre più difficoltà a fare funzionare i servizi essenziali». La manovra di Roma, precisa un attimo dopo l’amministratore ragusano, prevede sì degli aiuti agli enti locali che hanno problemi finanziari, «ma non a tutti», perché «a beneficiare di nuove risorse saranno solo i capoluoghi di provincia e delle città metropolitane, e i piccoli paesi fino a 5.000 abitanti». Più nel dettaglio, i riferimenti normativi sottintesi da Ammatuna – che nel litorale ibleo governa circa 19mila anime – riguardano tre articoli della legge di bilancio nazionale.
In ordine di arrivo nel testo, il numero 79 istituisce un fondo con dotazione annua di 50 milioni di euro dal 2024 al 2033, da ripartire tra i capoluoghi di provincia per favorire il riequilibrio finanziario e strutturale. C’è poi il numero 80, già passato agli onori della cronaca come «Salva Catania», che, sempre ai fini del riequilibrio strutturale, concede ai capoluoghi metropolitani che al 31 dicembre 2023 terminano il periodo di risanamento quinquennale un contributo di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2038, che tradotto dal «tecnichese» significa 150 milioni: un salvagente, secondo voci di retroscena, intessuto ad arte dal sindaco Enrico Trantino con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano, per evitare il default della città etnea. Infine, c’è l’articolo numero 85, misurato su Sicilia e Sardegna per contrastare la desertificazione demografica dei piccoli comuni, con budget da 30 milioni di euro per l’anno in favore dei paesi con meno di 5.000 abitanti.
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