Domenica 24 Novembre 2024

Pioggia di fondi per forestali e regionali, tutti i soldi della Finanziaria

C’è una valanga di norme che stanziano fondi per i dipendenti della Regione Siciliana, l’aumento dei finanziamenti per Comuni e forestali e un budget di 100 milioni per un nuovo piano per l’occupazione che punta ad assegnare agli imprenditori 10 mila euro per ogni nuovo contratto a tempo indeterminato. Eccola la Finanziaria che il governo regionale approverà domani in una riunione di giunta appositamente convocata per varare il testo e spedirlo all’Ars entro la prossima settimana. Calendario da rispettare senza intoppi se si vuole arrivare all’approvazione entro fine anno invertendo un trend che vede da 20 anni il ricorso all’esercizio provvisorio. Il testo messo a punto dall’assessore Marco Falcone conta al momento 34 articoli ed è stato distribuito ai colleghi per gli approfondimenti in vista della riunione di domani. Per il personale regionale la manovra stanzia 9 milioni e 379 mila euro. Somme che serviranno a recepire nel contratto che sta per essere rinnovato tutte le richieste dei sindacati. Nel dettaglio: per incrementare il cosiddetto trattamento accessorio (straordinari ed extra vari) la giunta Schifani ha stanziato 1.668.946 euro. Per la riclassificazione altri 3.410.095 euro: si tratta della principale richiesta dei sindacati, che punta a modificare le attuali 4 categorie riducendole ad almeno 3, cambiando così le mansioni delle fasce basse e portando di fatto una parte dei 5 mila dipendenti oggi meno pagati verso una promozione. Dovrebbero essere circa un migliaio a fare il salto di categoria nel 2024. In più, la Finanziaria scritta dall’assessore Falcone stanzia altri 4,3 milioni per la cosiddetta perequazione con i dipendenti statali a cui anni fa è stato dato un extra per compensare l’abolizione del bonus Renzi. Tutte queste misure attuano l’input che pochi giorni fa l’assessore al Personale, Andrea Messina, ha dato all’Aran per modificare al rialzo la proposta di accordo formulata ai sindacati la settimana scorsa. E recepisce l’accordo politico che il presidente Schifani aveva fatto con i leader sindacali. La manovra premia anche i precari. Tre milioni agli Asu in servizio beni culturali per aumentare anche quest’anno il loro impiego portandolo a full time (36 ore settimanali). Altri 29,9 milioni ai Pip per gli stipendi e 7,5 per le prime stabilizzazioni. E poi ci sono i 100 milioni con cui Falcone attua un vecchio pallino del presidente della Regione. Si tratta del piano per l’occupazione che prevede di assegnare 10 mila euro per ogni contratto a tempo indeterminato che le imprese stipuleranno nel 2024. I soldi arriveranno sia per nuove assunzioni che per le trasformazioni dei contratti a termini in contratti a tempo indeterminato. Il piano prevede che il contributo possa essere rinnovato per i successivi due anni: in questo caso però la Regione deve ancora stanziare le risorse. Tutta la parte iniziale della manovra è incentrata sui finanziamenti ai Comuni, che quest’anno vedono un aumento di 50 milioni spalmato su più voci. In totale ai sindaci arriveranno 410 milioni per le spese ordinarie (di cui 350 come finanziamenti standard e altri mirati) più 115 milioni per gli investimenti. Allo stesso modo aumentano i fondi destinati ai forestali. Sono spalmati su tre voci: 185 milioni sono le somme ordinarie (10 milioni in più del 2023 che permetteranno un aumento dell’impiego degli stagionali), a cui si aggiungono altri 74 milioni e ben 14 per gli adeguamenti contrattuali. Uno degli articoli simbolo della manovra predisposta da Falcone è quello sui nuovi sconti per il bollo auto. Chi è in regola con i pagamenti precedenti ed è proprietario da almeno 5 anni del mezzo avrà uno scontro del 10%. Inoltre per chi accetterà di pagare ogni anno con domiciliazione bancaria ci sarà uno sconto ulteriore del 10%. Dalla sanatoria varata nei mesi scorsi sul bollo la Regione ha incassato 80 milioni in più. E il trend dei versamenti è ora costante. Infine, c’è un articolo che introduce le royalties in favore dei Comuni costieri in cui le grandi aziende stanno cercando o hanno trovato gas o petrolio. Ai sindaci il 30% della quota oggi spettante alla Regione (che vale il 55% di quanto pagato dalle aziende ai territori).

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