«In Sicilia si preferisce la strada del condono. A dimostrarlo il primo sì della Commissione ambiente e territorio dell’ Assemblea regionale al condono che prevede di sanare gli abusi edilizi commessi entro la fascia di 150 metri dal mare (a inedificabilità assoluta)». Lo dice Legambiente. Una decisione che l’associazione ambientalista critica e boccia ricordando che la Sicilia è una delle regioni dove il cemento abusivo dilaga, come emerge anche dall’ultimo report nazionale «Abbatti l’abuso». Nell’Isola il rapporto tra ordinanze di demolizione eseguite e quelle emesse è del 19%. Dato che scende al 5% per la provincia di Catania e al 5,6% per quella di Siracusa. Risalendo la classifica, la provincia di Ragusa (15,9%), di Trapani (18%), di Palermo (18,3%), di Messina (19%), e di Agrigento (37,9%). L’unica provincia che manca all’appello è quella di Caltanissetta con i comuni di Gela e Butera che non hanno risposto al questionario di Legambiente. «La Sicilia - commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - è una delle regioni del Sud Italia più esposte all’invasione del mattone illegale. Per arginare questo fenomeno è fondamentale intervenire a livello nazionale e territoriale. Quello approvato ieri è l’ennesimo tentativo, palesemente anticostituzionale, di aggirare nell’Isola le leggi nazionali. Il primo tentativo era stato fatto nel 2016, con un emendamento identico che venne approvato in Commissione e dichiarato inammissibile dal presidente dell’Assemblea regionale. Ci auguriamo che accada lo stesso anche in questo caso. Al governo Meloni chiediamo, invece, di contrastare questo colpo di mano annunciando, come è già successo con la legge regionale del 2021, l’impugnazione del provvedimento, se approvato dall’Ars». «La Consulta, nel 2022 - ricorda Tommaso Castronovo, di Legambiente Sicilia - ha dichiarato incostituzionale la legge regionale 19 del 2021, che prevedeva il condono anche nelle aree a vincolo di inedificabilità assoluta. La Sicilia non ha bisogno di condoni, ma di legalità».