Manovra: arrivano 28 miliardi nel 2024, aiuti ai redditi bassi e interventi contro la denatalità
Vale «24 miliardi o poco meno» la seconda manovra del governo Meloni, da sommare ai 4 della riforma dell’Irpef. Il Consiglio dei ministri l’approva in una ventina di minuti in mattinata, puntando a un iter rapido anche in Parlamento. «Sarà senza emendamenti di maggioranza», annuncia Matteo Salvini, diventando di fatto garante dell’accordo raggiunto nel centrodestra di fronte a risorse limitate e da concentrare sulle priorità. Ossia lasciare «più soldi in busta paga ai cittadini con redditi medio-bassi», sottolinea la premier. Niente tesoretto per le modifiche, quindi, e sarebbe la prima volta in assoluto. «Siccome non ci sono risorse per le proposte della maggioranza - chiarisce Giancarlo Giorgetti - non potevo metterne a disposizione per le opposizioni». Che già protestano denunciando un «colpo alla democrazia». Il ministro dell’Economia è «fiducioso» su una «favorevole approvazione da parte dell’Ue e dei mercati», e intanto lo spread è sceso sotto quota 200. In attesa del testo definitivo, a scorrere l’indice spiccano una serie di misure identitarie del centrodestra. Ci sono interventi contro la denatalità, con decontribuzione per le lavoratrici con due figli e l’aumento del fondo asili nido con l’obiettivo di renderli gratis per il secondo, anche se non è ancora chiaro fino a quale tetto di reddito. C’è il taglio al canone Rai in bolletta (da 90 a 70 euro), «un primo intervento», lo definisce Salvini, che annuncia «molto soddisfatto» anche gli stanziamenti per il Ponte sullo Stretto, «dopo il miliardo stanziato dalla giunta siciliana», e la decisione presa dal Cdm di fare ricorso alla Corte di giustizia europea contro i divieti dell’Austria sul Brennero. In manovra c’è anche la rivalutazione delle pensioni più basse, accompagnata, però, da una stretta ai pensionamenti anticipati (quindi salta quota 103) e dall’eliminazione del vincolo su quelle contributive. C’è una maxi-deduzione alle imprese per le nuove assunzioni. Giorgia Meloni contro le «bugie di queste settimane sui tagli» rivendica uno stanziamento da 3 miliardi per la sanità, principalmente per ridurre le liste d’attesa grazie a indennità per medici e personale sanitario. Ci sono poi 5 miliardi per il rinnovo di altri contratti della Pubblica amministrazione. «Diamo attenzione a chi attendeva da anni», nota il ministro Paolo Zangrillo. E la premier chiarisce che «la priorità quest’anno è il comparto sicurezza: è inaccettabile che un poliziotto prenda di straordinario poco più di 6 euro l’ora, meno di un collaboratore domestico».