
È stato l’uomo delle riforme a tutti i costi, napoletano di gran classe, elegante e «pignolo», come egli stesso si è definito. Giorgio Napolitano, morto alle 19.45 di oggi, 22 settembre, è stato il primo nella storia della Repubblica ad essere presidente due volte: rieletto al Quirinale nel 2013 dopo la prima volta del 2006.
Attento ad ogni dettaglio, lavoratore instancabile, profondo conoscitore della vita parlamentare e delle dinamiche politiche dell’intera storia repubblicana. Sempre accompagnato con discrezione dalla moglie Clio, ha iniziato il primo settennato, nel 2006, gioendo per la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio di Berlino e ha concluso i quasi due anni del secondo mandato con qualche rimpianto per non essere riuscito a vedere del tutto compiuti quei cambiamenti istituzionali per i quali tanto si è speso. Ma soprattutto «re Giorgio» ha dovuto affrontare quello che in molti considerano il periodo più buio degli ultimi 50 anni, navigando a vista tra gli scogli di una durissima crisi economica. E lo ha fatto con una convinzione incrollabile: che l’Italia avesse bisogno di stabilità politica.
In nome di questo principio ha cercato sempre di evitare scioglimenti anticipati della legislatura. Certamente il momento peggiore - che ha coniugato amarezza personale e preoccupazione istituzionale - è stato il suo coinvolgimento indiretto nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia con l’eccezionale deposizione alla Corte di Palermo salita in trasferta al Quirinale.
Quella di Napolitano non è stata infatti una presidenza leggera né facile. Ma ha mantenuto sempre l’impegno preso il 15 maggio del 2006 quando promise solennemente davanti alle Camere che non sarebbe mai stato il capo dello Stato della maggioranza che lo aveva eletto, ma che avrebbe sempre guardato all’interesse generale del Paese. E così è stato, visto che dopo essere salito sul Colle più alto della politica italiana con i soli voti del centrosinistra, ha chiuso il primo settennato con l’aperto sostengo del centrodestra. Un sostegno che si è via via raffreddato durante lo storico bis nel 2013 al Quirinale che ha visto Silvio Berlusconi condannato e spesso i suoi all’attacco politico del presidente.
L’elezione del 2006 non era per niente scontata. La sua provenienza dal Pci lo faceva guardare con sospetto dal centrodestra berlusconiano. Ma il fatto di essere il primo dirigente comunista a diventare presidente della Repubblica non ha impedito al Cavaliere di riservargli, dopo poco, pubbliche lodi. Fino alla richiesta di far restare lui al Quirinale per superare quella turbolenta fase politica. Un Parlamento annichilito, dopo aver bruciato nel segreto dell’urna calibri come Franco Marini e Romano Prodi gli consegnò di nuovo lo scettro del Colle, inondandolo di applausi mentre Napolitano teneva nell’aula di Montecitorio un discorso durissimo nei confronti di un’intera classe politica.
Le sue capacità di tenuta psicologica e mediazione gli sono state unanimemente riconosciute negli anni. Persino la Lega ha dovuto inizialmente riconoscergli l’impegno sul fronte del federalismo, nonostante più volte il capo dello Stato abbia redarguito il Carroccio sul tema dell’Unita nazionale. Lasciata con dispiacere l’amatissima casa nel rione Monti, ha dedicato grande attenzione alle relazioni internazionali.
Indubitabile è stata infatti la stima che ha goduto all’estero: Washington, ad esempio, lo ha sempre considerato uno fra gli interlocutori più autorevoli e affidabili. Europeista convinto, Napolitano ha sempre sostenuto l’indispensabilità dell’Unione europea convincendosi via via che, così come in Italia, solo decise riforme dell’euroburocrazia potevano frenare il distacco dei cittadini e raffreddare il populismo crescente. Affabile e cortese, dai toni sempre misurati, si è trovato a dover affrontare un muro contro muro solo con Grillo e il suo movimento, visto dal capo dello Stato, almeno nelle sue componenti più estreme, come il germe dell’antipolitica.
Uno degli elementi caratterizzanti della sua presidenza è’ stato il tentativo di parlare all’Italia intera, di sedare lo scontro fra le correnti (a partire da quelle del Pd), di promuovere il dialogo fra le forze politiche nell’interesse del Paese. Compito non facile durante gli anni turbolenti dei suoi mandati. I primi due dei quali li passa monitorando le fibrillazioni che tengono il governo Prodi costantemente sul filo del rasoio. Fino alla caduta e al ritorno del Cavaliere a palazzo Chigi. I successivi tre anni scorrono nello sforzo di arginare l’attivismo di Berlusconi, evitando che le furiose polemiche sulle leggi ad personam prima e sugli scandali sessuali poi minassero la saldezza delle istituzioni. Tentando di non fare sconti al centrodestra, ma preferendo l’arma della moral suasion a quella, ben più dirompente, del rinvio dei provvedimenti alle Camere.
Ma il passaggio che lo consegnerà alla storia come «re Giorgio» (così lo incoronò il New York Times) è quello che nel novembre 2011 porta Mario Monti a Palazzo Chigi. I critici parleranno di Repubblica presidenziale, di interpretazione estensiva delle sue prerogative. Evitato il default, l’Italia non riesce però a schivare la recessione. L’immagine del governo tecnico del presidente risulta danneggiata. I risultati elettorali che non diedero una maggioranza chiara, i veti incrociati dei partiti spinsero quindi Napolitano a nominare Enrico Letta sulla base di una larga intesa. Poi l’ascesa irrefrenabile di Renzi con il quale, nonostante la differenza di età, ha saputo costruire un rapporto sincero e pragmatico. Napolitano ha rassegnato le dimissioni il 14 gennaio 2015. È divenuto poi senatore di diritto a vita quale presidente emerito della Repubblica.
Persone:
11 Commenti
Roberto Brancato
23/09/2023 00:09
X l'eta che aveva pace all'anima sua ha avuto una vita ricca e prosperosa RIP
Obermann
23/09/2023 10:29
Dilato' oltre ogni limite i poteri che gli attribuiva la Carta Fondamentale. Nominò senatore a vita un economista del valore di tantissimi altri ancora prima che avesse " illustrato la Patria ". Quando la Consulta decretò che il " Porcellum" era incostituzionale si guardò bene dallo sciogliere la Camera perché in quel momento, in maggioranza assoluta, era occupata, per un pugno di voti in più ottenuti alle elezioni, dai suoi compagni di partito. Etc etc etc.
renzo
25/09/2023 14:44
E come dimenticare quando disse che in Ungheria i carri armati sovietici avevano salvato la pace nel mondo.
Aldo43
23/09/2023 12:10
Con Napolitano scompare una figura che ha attraversato la storia d,i questo nostro Paese. E stato contestato per la sua compostezza istituzionale da una parte della magistratura. Ha svolto il suo alto ruolo con obiettività ed imparzialita E' stato un comunista sui'generis. Un uomo di grande cultura umanistica con un'ottima conoscenza della lingua inglese. La sua attività presidenziale dagli storici può essere valutata con positivo apprezzamento.
Simplicius
23/09/2023 12:55
Umanamente R.I.P., dal punto di vista politico fu uomo d'apparato prima e di potere nell'ultima fase. Si prese le sue responsabilità con Monti ma sappiamo che quella non fu una vicenda politicamente lineare. Poi le polemiche con la magistratura sulla questione trattativa stato-mafia. Insomma molti onori e qualche ombra...come tutti i politici a cavallo tra prima e seconda repubblica. Personalmente come Presidente preferisco ricordate la limpidezza di un vero civil servant quale fu Carlo Azeglio Ciampi.
Enza
23/09/2023 16:26
Perché conoscete qualche politico che ha a cuore questo paese? L'Italia è un paese svenduto e distrutto, ma i politici vivono tanto perché fanno una bella vita al contrario dei cittadini. È la povertà che ti fa morire prima e certamente non riguarda loro. Solo Falcone e Borsellino sapevano di dover morire o padre Puglisi, ma con coraggio e dignità hanno portato avanti la loro lotta per mondo migliore. Conoscete qualche politico di oggi con queste caratteristiche?
Brancato Roberto
25/09/2023 10:18
Infatti ultimo esempio Messina Denaro morto ma convinto del suo passato e mai pentito
Riccardo
23/09/2023 17:07
A me non faceva nessuna simpatia, anzi!
Indignato
23/09/2023 18:45
Il titolo dice tutto...non mi faceva impazzire
Nickname
25/09/2023 13:46
Quelli che commentano i titoli senza leggere gli articoli. E sono convinti di essere informati.
Giuseppe Montanelli
23/09/2023 20:04
R.IP , una altra página vergognosa dall' Italia.
Nino
24/09/2023 12:38
Dal 2013 al 2015 sotto la presidenza del comunista Napolitano abbiamo avuto 3 governi più a sinistra di sempre. Presidenti del consiglionell'ordine Letta Renzi Gentilini. Presidente della Camera Boldrini, presidente del senato Grasso. Un vero e proprio trionfo delle sinistre sugellato dal Napolitano. Eppure oggi i post comunisti attaccano la Meloni per il salario minimo ma loro si sono guardati bene dal farlo. Resteranno per molti anni sui banchi dell'opposizione. La loro propaganda fasulla i loro attacchi pretestuosi ed inconsistenti non funzionano più
Ni uzzi
24/09/2023 15:05
Era ora!!
Franco e Stop
24/09/2023 16:00
Pessimo esempio di presidenza credo una delle peggiori, a difesa della sinistra e dei suoi interessi personali.
Gabriele
25/09/2023 18:47
Commento veramente pessimo.