L’elenco è stilato, ma è solo il primo passo, perché tra non molto, dopo la pubblicazione della lista in Gazzetta ufficiale, mentre l’argomento sta già infiammando la politica, la palla passerà al governatore Renato Schifani: sarà lui, sentito il parere dell’assessore alla Salute, presumibilmente a settembre e comunque non oltre il 31 ottobre come previsto dal bando della Regione, a decidere chi andrà al timone delle Aziende e degli Enti del Servizio sanitario siciliano.
L’unica certezza, per adesso, come anticipato giovedì scorso dal nostro giornale, è che la graduatoria dei futuri direttori generali della Sanità dell’Isola è bella e pronta, formata dalla Commissione esaminatrice regionale sulla base di un colloquio a carattere non comparativo, volto ad individuare – si legge nell’avviso di concorso - «i soggetti maggiormente idonei al conferimento dell’incarico». Si tratta di 49 nomi, alcuni molto conosciuti, saliti sulla ribalta della cronaca durante l’emergenza Covid, altri un po’ meno noti.
Per questo concorso l’assessorato ha ricevuto un centinaio di domande. Tra i candidati in 49 sono rientrati nella categoria di «maggiormente idonei», mentre gli altri 40 non sono stati propriamente «bocciati» e non sono nemmeno finiti in un secondo elenco: a tutt’oggi risultano, formalmente, ancora abili e arruolabili. Già, perché se qualcuno dei 49 «super» idonei, una volta scelto dalla giunta regionale, dovesse rinunciare, e se la rosa andasse ad esaurirsi perché altre persone, nel frattempo, hanno ottenuto e accettato incarichi diversi, allora i riflettori verrebbero spostati sugli altri 40 candidati.
Il presidente della, Regione Schifani, sostiene di non aver preso visione dell'elenco, mentre tra i politici c’è ancora chi vorrebbe riaprire i termini del concorso per allargare al massimo la nomenclatura, la commissione Salute all’Ars, rimarca uno dei suoi componenti in quota Mpa, Giuseppe Lombardo, «ha disapprovato all’unanimità i criteri della graduatoria, perché arbitrari e, a mio avviso illegittimi, nonché fuorvianti perché la distinzione tra “maggiormente idonei” ed idonei, in realtà non prevista dal bando, potrebbe mettere in difficoltà chi sarà chiamato a fare la scelta definitiva». Critiche anche da FdI, mentre Renato Schifani assicura che saranno valutati tutti gli atti.
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