È scontro totale tra maggioranza e opposizione sul reddito di cittadinanza dopo la comunicazione dello stop al sussidio via sms a 169mila famiglie. La maggioranza difende la propria scelta con Fratelli d’Italia che va anche oltre mettendo nel mirino l’operato dell’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico ed evocando una commissione d’inchiesta sul suo operato. Idea che scatena la rabbia dei 5 stelle e carica a pallettoni Giuseppe Conte che parla, senza mezzi termini di «bullismo istituzionale».
La tensione su questo fronte è, dunque, al massimo mentre tornano le distanze anche sul salario minimo, nonostante una nuova apertura, sia pure con tante riserve, della premier Giorgia Meloni. Tanta diffidenza pervade i due schieramenti ad una settimana dal voto, in Aula alla Camera, della sospensiva del centrodestra per rimandare a settembre l’esame del provvedimento.
Ma è sul fronte del reddito che si consuma lo strappo violento. L’opposizione va all’attacco della decisione comunicata dall’Inps via sms a tanti beneficiari dell’aiuto. Una scelta «brutale», commenta la leader Dem Elly Schlein. «La risposta della destra - aggiunge - a persone che hanno difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena è sostanzialmente: ‘fatti vostrì. Non ci stiamo».
«Meloni - accusa anche Conte - ha voltato le spalle a chi soffre senza neanche metterci la faccia, con un sms. Un modo per dire "Arrangiatevi"». Il centrodestra non ci sta e passa al contrattacco. «Il reddito di cittadinanza - dice il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti - nel tempo si è rivelato una misura assistenzialista, nata con uno scopo demagogico, scritta male, attuata peggio, il che ha comportato enormi danni all’erario». Fratelli d’Italia arriva dunque a chiedere una commissione d’inchiesta sull’operato di Pasquale Tridico quando era a capo dell’Inps. Un attacco frontale a un uomo considerato vicino al leader M5s e da lui nominato a suo tempo alla guida dell’istituto.
«Sono reazioni gravi - è la replica di Conte - che respingiamo fermamente: Non riusciranno a intimidirci con il loro tentativo di bullismo istituzionale». Conte, nel frattempo, sfida la Meloni sul fronte del salario minimo. Alla premier, che rivendica un proprio atteggiamento dialogante quando si trovava seduta sui banchi dell’opposizione, l’ex premier ricorda quando “ai tempi del Conte II si accalorava per convincere i cittadini che eravamo dei "criminali"». Se, però, davvero, le buone intenzioni della presidente non sono solo di facciata, è l’invito del leader M5s, «faccia una cosa concreta: dica ai suoi parlamentari di rientrare prima dalle ferie e ci anticipi se è d’accordo con la nostra proposta, potremmo approvarla già ad agosto». «Siamo disponibili al confronto anche domani - dice anche Schlein, ripostando sui social questo passaggio della sua intervista a In Onda su La7 - ma che sia reale e non prendano per il naso i lavoratori». Il timore dei Dem è quello di «un rinvio sine die per non decidere».
A sperare, ancora, nel dialogo con il governo su questo fronte, è invece il leader di Azione Carlo Calenda. «Prima della pausa estiva - fa sapere - spero di incontrare Meloni insieme alle altre opposizioni. Almeno così mi pare di aver capito dalla premier». «Ha aperto un confronto - osserva - bisogna lavorarci in maniera seria e responsabile». Per il partito di Calenda la soluzione di compromesso, peraltro, potrebbe essere a portata di mano a partire dalla proposta sui salari poveri avanzata da Forza Italia. «Le opposizioni - sottolinea il capogruppo di Azione alla Camera, Matteo Richetti - partivano da cinque testi di legge e sono arrivate ad uno solo, di grandissimo equilibrio, che io rivendico con forza. La maggioranza, con quale proposta arriva? Quella di Forza Italia, e di Antonio Tajani, è una proposta unitaria del centrodestra?».
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