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Milano, la folla in Piazza Duomo saluta Berlusconi: «C'è solo un presidente»

Mattarella e Meloni accolti da applausi. Fascina siede accanto a Marina e i figli. Veronica in seconda fila coi nipoti. Il feretro del Cavaliere sarà cremato e poi tumulato nel Mausoleo di Arcore

Quindicimila persone si sono riunite in piazza Duomo per l’ultimo saluto a Silvio Berlusconi. Nonostante il sole cocente e il caldo scoraggiante, i fedelissimi dell’ex premier e leader di Forza Italia sono arrivati da tutta Italia per assistere ai funerali di Stato dell’ex premier. Ai piedi e fin sopra la statua di Vittorio Emanuele II, alla spicciolata hanno occupato tutti gli angoli di una piazza piena ma non stracolma per via delle transenne, che hanno limitato gli spazi.

Una grande ovazione ha accompagnato il feretro di Silvio Berlusconi che lasciava Villa San Martino trasmessa sui maxischermi posizionati su due lati della piazza. La stessa che poi ha accolto l’arrivo della bara in piazza Duomo. Applausi anche per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente del consiglio Giorgia Meloni e i famigliari dell’ex premier deceduto lo scorso 12 maggio all’ospedale San Raffaele di Milano.

Presente in piazza la Curva Sud del Milan, che si è fatta notare sventolando i bandieroni rossoneri. Per un giorno il 'cuorè della città sembrava un pò San Siro. «Baresi», è scritto sopra uno di questi, il Grande Capitano dell’era Berlusconi, 31 anni presidente della squadra per 29 trofei. Quattrocento gli ultras che hanno scandito ripetutamente quel coro - «Un presidente, c'è solo un presidente» - che così tante volte è stato chiamato durante le partite del Milan.

E ancora «Silvio, Silvio», l’altro coro che si è levato dalla piazza sin dalle prime ore di questo lungo pomeriggio di commiato caratterizzato da un’atmosfera tutto sommato composta, interrotta solo da un paio di momenti di tensione quando una donna, prima, e un uomo poi, si sono presentati indossando una maglia di protesta - con la scritta «Io non sono in lutto» - per contestare la scelta di proclamare il lutto nazionale. Una piazza comunque puntellata di cartelli, striscioni e simboli che hanno celebrato l’uomo, il politico, l’imprenditore.

I fedelissimi sono accorsi da Pescara, Chiavari, Bergamo, Trieste, Parma, famiglie, tifosi di Milan e Monza. Sono simpatizzanti, iscritti a Forza Italia e amministratori locali, alcuni impugnano e sventolano la bandiera del partito, qualcuno la indossa sulle spalle. E poi tanti giovani che con la tv del magnate di Arcore sono cresciuti. Tre giovanissimi reggono un cartello che ritrae il Berlusconi della discesa in campo. Altri giovani hanno deciso di scrivere in verde su un lenzuolo «L'Italia è il paese che amo», una delle citazioni più celebri del Cav, che qualcun altro promuove

«Ingegnere gestionale ad honorem» oppure nomina «Il più italiano degli italiani».
Cesare da Lecco ha scelto di sfoggiare una maglia realizzata apposta per l’occasione - «Grazie Silvio», a differenza di altri che hanno optato per le maglie o le sciarpe di Milan e Monza, la più recente impresa calcistica del leader azzurro. Non si contano le spillette di Forza Italia appuntate su giacche e t-shirt. In piazza anche un gruppo di cittadini dello Sri Lanka, ma spuntano qua e là bandiere del Cile, dell’Ecaduor, dell’America. Insomma, una piazza composita quella che oggi ha salutato il Cavaliere di Arcore. Composita come la comunità azzurra che Berlusconi, in trent'anni di indiscusso protagonismo, ha rappresentato e affascinato.

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