Domenica 22 Dicembre 2024

Centrodestra a valanga in Sicilia, boom di Lega e FdI, crollano grillini e Pd

L'abbraccio fra Enrico Trantino, che conquista la poltrona di sindaco di Catania, e Giancarlo Cancelleri

Cresce in modo esponenziale la Lega. Fratelli d'Italia tiene il passo e Forza Italia avvia il proprio nuovo corso con risultati migliori nella Sicilia orientale rispetto a quelli della parte occidentale. Crollano i grillini, soffre il Pd. E' questo il primo, veloce, bilancio dei risultati dei partiti alle Amministrative che ieri hanno incoronato tre nuovi sindaci in quattro delle grandi città al voto.

Il centrodestra a valanga

La Lega, che alle Amministrative di 5 anni fa era molto diversa dal partito di oggi, vola in provincia di Catania. Dove, secondo la prima analisi di Luca Sammartino e Valeria Sudano, insieme alla lista civica Quadrifoglio che del Carroccio è una costola, diventa prima partito. In città la lista di Salvini ha ottenuto il 15,1% contro il 6,3% di Fratelli d'Italia che aveva però buona parte del suo elettorato parcellizzato nelle liste civiche a sostegno del neo sindaco, il meloniano Enrico Trantino. A Catania Forza Italia conquista il 12,7%, quasi due punti in più delle precedenti Amministrative. Schifani inaugura così il nuovo corso dopo la staffetta (forzata) fra Gianfranco Micciché e il coordinatore che ne ha preso il posto, Marcello Caruso. Forza Italia ottiene a Siracusa il 7% e anche se cinque anni fa raggiunse il 9,5 il risultato di ieri va letto proprio nell'ottica della ricostruzione dopo che uno degli uomini di punta, il miccicheiano Edy Bandiera, si è staccato giocando in proprio la partita per il sindaco e ottenendo il 9%. Percentuale che, tra l'altro, se “ceduta” al forzista candidato del centrodestra, Ferdinando Messina, avrebbe permesso la vittoria al primo turno. Invece a Siracusa si andrà al ballottaggio col sindaco uscente Francesco Italia, a sua volta tradito da una spaccatura nel terzo polo che ha portato alla contrapposizione con Giancarlo Garozzo.

Il boom di Lega e FdI

Forza Italia ha sofferto a Trapani. La lista costruita per superare la fase post arresto di Tonino D'Alì si è fermata al 3,6%. E i forzisti restano fuori dal consiglio comunale. Va detto che il risultato di Fratelli d'Italia e Lega è amplificato dal fatto che rispetto a 5 anni fa i due partiti si sono profondamente rinnovati e rafforzati. I meloniani ora hanno il 6,3% a Trapani, più il peso delle liste civiche a sostegno del candidato Maurizio Miceli. A Siracusa sono al 9,5 e a Ragusa, malgrado la sconfitta, al 6,6. La Lega negli ultimi anni ha arruolato pezzi importanti della vecchia galassia democristiana. Il risultato è il passaggio dall'1,6% all'11,3 a Catania. Mentre a Siracusa la lista si è fermata a un passo dall'ingresso in consiglio comunale col 4,8%.

Il caso Trapani, Turano in bilico

La Lega è andata forte anche a Trapani, dove è passata dall'1,7% di cinque anni fa all'8,7 attuale. Ma questa dote di consensi è foriera di bufera. I voti sono infatti andati – dietro lo scudo di un simbolo civico – al candidato del centrosinistra Giacomo Tranchida, determinandone la vittoria al primo turno contro l'uomo del centrodestra, Maurizio Miceli. A quest'ultimo sarebbe bastato un 2,5% in più per vincere al primo turno. E dunque gli 8,7 punti dei leghisti che hanno scelto la metà campo avversaria hanno un peso specifica enorme. Che mette a rischio la poltrona in giunta regionale dell'assessore all'Istruzione Mimmo Turano. E' lui l'uomo forte a Trapani e Fratelli d'Italia ieri ha di nuovo chiesto a Schifani di toglierlo dal governo della Regione. Una mossa che il presidente sta valutando in queste ore.

Il crollo dei grillini, la crisi del Pd

Tutt'altro scenario nel centrosinistra. Il patto fra Pd, grillini e sinistra di Fratoianni è naufragato lì dove è stato testato (a Catania, Siracusa e Modica). I grillini puntavano su queste elezioni per creare una nuova base elettorale dopo gli addii dei vecchi leader (in primis, Giancarlo Cancelleri passato a Forza Italia). Il risultato, malgrado una serrata campagna elettorale nell'Isola da parte di Giuseppe Conte, è molto al di sotto delle attese. I 5 Stelle incassano solo il 5,6 a Catania (cinque anni fa erano al 13,6), il 4,1 a Trapani (nel 2018 erano 9,8) e il 4 a Siracusa perdendo quasi 9 punti rispetto alle precedenti Amministrative. Va meglio solo a Ragusa dove incassano l'11,7%. Ma soprattutto i grillini hanno perso la spinta che Conte era riuscito a dare alle Regionali e alle Politiche del settembre scorso sfruttando la battaglia a favore del reddito di cittadinanza. Alle Regionali viaggiavano fra il 15 e il 17%, risultato oggi lontanissimo. Un crollo plasticamente fotografato dal risultato di Priolo. Lì, nel Siracusano, i grillini schieravano l'ex capogruppo all'Ars Giorgio Pasqua che è arrivato ultimo con appena il 9,2%, battuto da Pippo Gianni che malgrado il recente arresto è stato rieletto. Il leader Nuccio Di Paola vede il bicchiere mezzo pieno: “In Sicilia il M5S c'è e va avanti con forza e passione. A Paceco abbiamo vinto con il nostro Aldo Grammatico. Il M5S ha contribuito alle vittorie dei sindaci in coalizione a Carlentini, Ravanusa, Trabia e Villafrati. In tanti Comuni siciliani eleggiamo consiglieri e mettiamo dentro assessori per continuare l'azione di radicamento. Nelle Amministrative non abbiamo mai brillato ma in Sicilia il trend rispetto al risultato nazionale è sicuramente migliore anche in ottica di coalizione. Inutile nasconderlo il vero vincitore è l'astensionismo, cioè la sconfitta di tutta la politica. La linea del M5S è segnata: apertura alla società civile (come a Licata, dove con il nostro candidato sindaco raggiungiamo il 32,10% e come lista raggiungiamo l'11,74%) e sempre più forte radicamento sui territori, anche grazie alla recente nomina dei referenti provinciali e l'avvio dei gruppi territoriali. Il nuovo corso del Pd targato Schlein non inverte il trend in Sicilia. Dopo il flop alle Regionali i Dem restano sotto il 10% alle Amministrative: 8,3 a Catania, 6,1 a Siracusa, 7,3 a Ragusa. E già si profila una resa dei conti nella segreteria regionale guidata da Anthony Barbagallo. Fin i grandi partiti. Al di fuori di questo recinto la Dc di Cuffaro cresce (ma meno nelle grandi città) e l'ex presidente della Regione brinda soprattutto per il 23 per cento a Modica (dove il partito elegge la prima donna sindaco, Maria Monisteri Caschetto) e il 12,9 a Licata. Bene anche l'Mpa di Lombardo che incassa il 6,4% a Catania, l'8,7 a Siracusa e il 5,7 a Trapani.

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