Non si tira indietro davanti a nessuna domanda, tanto meno evita quelle più insidiose perché «è un errore mettere la polvere sotto il tappeto». Del resto ha detto chiaro e tondo che al primo posto ci sono gli interessi della Sicilia e che la sua Forza Italia è «un partito aperto al confronto e alla condivisione dove non si prendono decisioni unilaterali: il presidente Berlusconi ha apprezzato molto questo mio modo di agire». Per il presidente della Regione, Renato Schifani, ormai leader riconosciuto degli azzurri nell’Isola, è stato un successo. Lo dimostra anche la grandissima partecipazione alla convention di ieri: il Teatro Politeama era stracolmo in ogni ordine di posto ma tantissime persone sono dovute rimanere fuori perché non c’erano più le condizioni di sicurezza adeguate visto che la capienza si era esaurita.
Grazie alla sua capacità di mediazione e di ascoltare tutti, la vecchia Forza Italia di meno di un anno fa, quella in preda a screzi e contrasti interni, è ormai solo un ricordo?
«Non sono venuto qui per svernare, l’ho sempre detto. Ho lavorato per tenere unito il partito e stiamo cercando di costruire il futuro intercettando elettori e quanti la pensano come noi su valori comuni come la libertà, il riformismo, il contrasto alla criminalità organizzata, l’europeismo e l’atlantismo e la tutela della famiglia. Direi che questa non è una mia vittoria personale ma di tutta Forza Italia».
Ci sono state molte perplessità per le porte aperte a Giancarlo Cancelleri: l’ex numero uno del M5S in Sicilia non è mai stato tenero con il centrodestra e nei suoi confronti...
«Intanto dobbiamo distinguere tra la politica quotidiana e la campagna elettorale dove i toni possono accendersi. Ma tra me e Cancelleri gli approcci sono stati sempre corretti, come viceministro ai Trasporti si è battuto per la Sicilia. È stato un avversario di stile: ci siamo incontrati in via riservata, tra noi c’è stato un dialogo sereno e l’ho accolto con piacere. Così come faremmo con chi volesse avvicinarsi a Forza Italia senza pretendere rendite di posizione».
Alcuni articoli della Finanziaria regionale sono stati impugnati e sono saltati interventi per 800 milioni di euro: cosa accadrà adesso?
«Stanzieremo subito le somme regionali per i forestali e per la campagna antincendio e recupereremo le risorse del Fsc (Fondo per lo sviluppo e la coesione, ndr) con la nuova programmazione del fondo di coesione 2021-27. Il prossimo 5 maggio ci vedremo a Palermo con il ministro Raffaele Fitto, con il quale c’è grande collaborazione nel rispetto delle regole: la nostra intenzione è di puntare ai grandi temi, come ad esempio alla pulizia degli alvei dei fiumi privi di manutenzione, senza spezzettare gli interventi. La legge di stabilità regionale è stata impugnata in alcuni articoli ma una cosa del genere non succederà più perché mi occuperò personalmente di come verranno utilizzati i fondi extra regionali e anche di evitare eventuali anomalie che possano verificarsi».
Un altro punto è quello dei concorsi alla Regione: da qualche anno c’è stato il blocco quasi totale dovuto al vincolo imposto da Roma dopo il disavanzo registrato nei due governi precedenti.
«Circa 1.300 dipendenti sono andati in pensione per cui c’è la necessità di avere nuovi dirigenti e funzionari anche perché la nostra macchina burocratica è troppo lenta. Abbiamo chiesto e ottenuto un tavolo con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, con il quale c’è piena sintonia, per ridiscutere l’accordo tra Stato e Regione che spalmava i debiti del governo Crocetta. I nostri conti sono migliorati e l’andamento è promettente: da qui la nostra richiesta di rivedere quelle norme per sbloccare una parte dei concorsi. Siamo fiduciosi».
Ha previsto una verifica per il suo governo?
«La farò subito dopo l’estate attraverso un confronto con tutti i partiti della coalizione. Sarà un tagliando per vedere come sta lavorando la giunta ma anche per apportare quei correttivi necessari per dare nuovo impulso all’azione politica».
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