La trattativa in corso è piuttosto articolata ma può tradursi così: la Regione accetterà di pagare una rata più salata per recuperare più velocemente il disavanzo record registrato negli anni di Crocetta e Musumeci, in cambio lo Stato allenterà, e di molto, il vincolo che adesso impedisce le assunzioni. Le prime intese ci sono già state qualche giorno fa, adesso mancano le firme sul «contratto». Attese per questa o la prossima settimana.
Finora è stata una trattativa dietro le quinte a cui hanno preso parte il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il presidente Renato Schifani e l’assessore al Bilancio Marco Falcone. Sul tavolo c’è già una bozza di accordo sulla quale limare le intese. Prevede innanzitutto di eliminare il blocco quasi totale del turn over che vige da qualche anno: prima in base a un accordo siglato da Crocetta per avviare i prepensionamenti, poi in base a una seconda intesa firmata dall’ex assessore al Bilancio Gaetano Armao per spalmare su più anni un’altra quota disavanzo da quasi 2 miliardi. Accordo confermato poi dal governo Schifani a dicembre per superare le obiezioni della Corte dei Conti ed evitare di dover versare subito quasi un miliardo.
Col nuovo accordo la Regione si impegna a rientrare dal mega debito di 5 miliardi e mezzo dieci anni prima del previsto e potrà dare il via a 1.300 assunzioni per coprire posti vacanti e ruoli scoperti.
Un servizio di Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola oggi
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