Elly Schlein vince anche in Sicilia. E l’esito sorprendente dei gazebo, almeno rispetto al risultato del voto nei circoli, ridisegna la mappa del potere nel Pd regionale. Riporta in auge il segretario Anthony Barbagallo, lancia in orbita figure rimaste finora in secondo piano in ogni provincia e si traduce in uno scivolone per molti big storici che hanno scelto di sostenere Stefano Bonaccini e ora sono, di fatto, in minoranza nel partito. Lo scrutinio dei gazebo disseminati nell’Isola ha detto che il 57,3% dei 55 mila elettori del Pd hanno scelto la Schlein. La neo segretaria ha stravinto a Siracusa, Palermo (addirittura col 73% in città e il 64 in provincia), Enna, Catania, Caltanissetta e Trapani. Mentre Bonaccini ha prevalso ad Agrigento, Ragusa e Messina. Anche se solo a Ragusa la distanza fra Bonaccini e Schlein è significativa, dato che assegna al leader locale, Nello Dipasquale, un peso politico rivendicabile in questa fase che darà vita a nuovi equilibri interni. La maggior parte dei deputati all’Ars e in genere degli uomini che hanno guidato il partito finora avevano scelto Bonaccini: a Palermo l’intera componente che fa capo a Giuseppe Lupo, e che comprende anche il deputato regionale Mario Giambona e la storica parlamentare Teresa Piccione, ha puntato sul rivale della Schlein, favorito alla vigilia. Dietro la neo segretaria nazionale c’erano da sempre il segretario regionale Barbagallo, il deputato all’Ars Dario Safina (Trapanese). Il coordinatore della mozione Schlein in Sicilia è Sergio Lima, storico braccio destro di Claudio Fava, che ha tenuto insieme sia il movimento Cento Passi che le aree civiche di sinistra in ogni provincia. È così che hanno visto accrescere il loro peso nella vittoria nomi finora poco noti, come Mari Albanese a Palermo, scrittrice che è anche consigliere di circoscrizione, e pure esponenti che avevano perso il ruolo attivo come l’ex assessore regionale Franco Piro. Un servizio completo di Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola oggi