Salario minimo, ambiente, lavoro. E un avvertimento: «Saremo un problema per il governo di Giorgia Meloni. Daremo un contributo a organizzare le opposizioni a difesa dei poveri, contro un governo che li colpisce, saremo a difesa della scuola pubblica nel momento in cui il governo tace davanti a una aggressione squadrista. Staremo a fare e barricate contro ogni taglio alla sanità». Elly Schlein improvvisa quasi un discorso è programmatico parlando a braccio al suo comitato elettorale dopo l’annuncio della sua vittoria alle primarie. E come un’eco sono risuonate le parole che pronunciò dal palco di piazza del Popolo, alla chiusura della campagna delle politiche, una sorta di sfida alla premier: «Sono una donna, non sono una madre - disse -. Ma non per questo sono meno donna». Fair play da parte della presidente del Consiglio: «Congratulazioni a Elly Schlein e complimenti al Pd per la mobilitazione dei suoi elettori nel congresso. Spero che l'elezione di una giovane donna alla guida di via del Nazareno possa aiutare la sinistra a guardare avanti e non indietro». Nel suo primo discorso da segretaria, Elly Schlein ha quindi tracciato le linee del programma del suo Pd. «Il popolo democratico è vivo, c'è ed è pronto a rialzarsi con una linea chiara». Con la voce rotta dall’emozione, Schlein ha festeggiato: «Ce l’abbiamo fatta, insieme abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione, anche questa volta non ci hanno visto arrivare». L’esito del voto le dà un vantaggio su Stefano Bonaccini ampio ma non schiacciante: il 53,8% contro il 46,2%. Un rapporto inverso a quello dei circoli, dove aveva vinto di 20 punti il presidente dell’Emilia Romagna: è la prima volta che non diventa segretario il candidato più votato fra gli iscritti. Ma i due sfidanti hanno voluto subito sottolineare che non c'è il rischio di scissione: «Io sono a disposizione per dare una mano», ha detto il presidente dell’Emilia Rimagna. «Mando un saluto caloroso a Stefano Bonaccini - gli ha risposto lei - ringraziandolo per il confronto alto e rispettoso che abbiamo avuto. Ringrazio Cuperlo e De Micheli, e i loro sostenitori, da domani lavoreremo insieme nell’interesse del paese. Lavoreremo per l’unità, il mio impegno è di essere la segretaria di tutte e di tutti, per tornare a vincere». La vittoria di Schlein era l'esito meno quotato alla vigilia. Poi l’alta affluenza alle primarie, che ha superato il milione di votanti, ha pian piano fatto crescere fra i sostenitori di Schlein la speranze di ribaltare il voto nei circoli. Anche alla luce del “ribaltone” fra il risultato degli iscritti e quello aperto delle primarie gli equilibri interni non saranno facili da stabilire. Così come quelli con le altre forze di opposizione. Nel terzo polo c'è già chi lascia immaginare un’emorragia. «Se i risultati delle primarie Pd saranno confermati - ha scritto su Twitter la capogruppo al Senato, Raffaella Paita - l’esigenza nel Paese di una casa riformista più larga, più solida e nettamente alternativa ai populisti sarà più urgente che mai». Ma Schlein ha chiaro il compito che l’aspetta: «Ringrazio il popolo democratico, un popolo che si è riunito e ha risposto alla chiamata. Ora la responsabilità e non tradire questa fiducia e avere l’ossessione di riportare al voto i tanti che si sono astenuti negli ultimi anni.