
«Ad oggi non abbiamo un livello di siccità elevato come quello di altre regioni, ma se nelle prossime settimane non pioverà come si deve e soprattutto se non riusciremo a risanare le criticità, allora quest’estate saremo in emergenza, con conseguente razionamento dell’acqua». L’allerta è del segretario generale dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, Leonardo Santoro, afferente alla Regione.
Le «criticità», invece, sono quelle croniche dell’Isola, da ricercare su due fronti: fra le 44 dighe presenti nel territorio e gestite per la maggior parte dalla Regione stessa (Dipartimento acqua e rifiuti) e per la restante dai Consorzi di bonifica, Enel, Eni e Siciliacque, nonché fra le reti che portano la risorsa idrica dagli invasi ai campi coltivati, senza dimenticare le condutture comunali per l’uso potabile.
Sul primo fronte il quadro resta impietoso, visto che, nonostante l’accelerazione ai lavori voluta dal governo Musumeci e proseguita dalla giunta Schifani, «i bacini siciliani - spiega Santoro - presentano ancora, in media, un 35 per cento di volume invasato da detriti e fango, con picchi del 60 per cento in alcune strutture come Trinità, nel Trapanese». Tradotto in altri termini, significa che se piove per cento, due terzi d’acqua, mediamente, finiscono dentro la diga, mentre un terzo si perde. Il guaio è che, finora, «dagli Enti che devono assicurare l’efficienza degli invasi sono pervenuti solo 11 piani di gestione, già vidimati dalla nostra Autorità. E nessuno di questi si è trasformato in cantiere. Il motivo? Non ci sono fondi sufficienti ad appaltare i lavori per svuotare completamente le strutture, mentre in tutta Italia sta passando la linea di eliminare solo la sabbia che serve a garantire il funzionamento minimo delle dighe ad uso idroelettrico, ossia l’azionamento delle turbine, perché andare a fondo costa troppo. Noi però pretendiamo lo svuotamento totale, la totale efficienza».
Quanto ai piani che mancano all’appello, Santoro ha già invitato gli enti inadempienti a muoversi, «ricordando loro che siamo vicini alla siccità conclamata, ma anche che, senza piani e senza cantieri, ad ogni evento climatico avverso rischiamo di rivedere fiumi esondati e danni alle campagne, come accaduto giorni fa durante il passaggio della tempesta Helisos, con il Dirillo straripato tra il Nisseno e il Ragusano a causa della vicina diga interrata al 40% (la Ragoleto, ndr), che ha tracimato gonfiando a dismisura il corso d’acqua».
Insomma, la risorsa idrica nell’Isola non manca, ma non riusciamo a contenerla. Anche per un altro motivo: quasi tutti i bacini sono stati costruiti prima della normativa sismica e per questo motivo, da qualche anno, sono soggetti alla cosiddetta «limitazione d’invaso», l’asticella oltre la quale l’acqua trova le paratie aperte per ragioni di sicurezza, finendo fuori dalle strutture, come accaduto in settimana, per l’ennesima volta, alla diga Trinità e «come accade periodicamente a tutti i nostri bacini», sottolinea Santoro. Ma questa operazione è davvero necessaria? L’Autorità siciliana lo ha chiesto tra le righe di una missiva indirizzata al ministero delle Infrastrutture, invitando l’Ufficio dighe a comunicare l’elenco delle criticità che giustificano i limiti di riempimento in ciascun invaso.
Nell’attesa di una risposta, nel report aggiornato allo scorso primo febbraio, i nostri bacini registrano già un calo d’acqua pari al 35 per cento su base annuale, e anche se la rilevazione non dà ancora conto delle piogge di Helios, «è chiaro che da qui all’estate, se non partiranno i lavori o se i limiti d’invaso non verranno alzati, rischiamo davvero il razionamento». Missione possibile? Santoro è assai scettico, anche perché resta aperto l’altro fronte, quello della rete idrica «colabrodo», con l’acqua a uso irriguo gestita dai Consorzi, «che tra i buchi delle condutture viene sprecata per il 40 per cento», e con quella a uso potabile, gestita dai Comuni, «che in certi paesi tocca picchi di perdita superiori al 30 per cento. A questi enti ho inviato un’altra circolare, per attivare misure straordinarie con l’obiettivo di mitigare gli effetti della siccità, chiedendo ai Consorzi, in particolare, di rimettere in funzione i pozzi, inutilizzati da tempo. Aspetto risposta».

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13 Commenti
Pietro2
26/02/2023 14:05
Tutte cose sapute e risapute,ormai va avanti così da un bel po' di tempo
Augusto Marinelli
26/02/2023 14:14
Ricordiamo che lo scorso anno la Regione Sicilia, unica in tutta Italia, ha perso quasi 280 milioni di fondi comunitari per il rifacimento delle reti idriche avendo sbagliato tutti i progetti richiesti. Poi si scopre che l'acqua si perde, come se fosse una sorpresa e non se ne conoscessero i responsabili.
Sergio
26/02/2023 14:15
L’importante per la Regione Siciliana è che i deputati si aumentino lo stipendio. Terra da cui fuggire ! Indegni
Ettore2
26/02/2023 14:18
La mafia delle autocisterne!
Jago
26/02/2023 14:26
Non è una novità, è sempre stato così per poterne usufruire, occorre gettarne più della metà, è così alla Rosamarina, allo Jato ed in tutte le altre. In alcune, come la diga Garcia credo che non si possa addirittura captare.
Ettore2
26/02/2023 19:24
Ah ok tutto normale allora! Menomale.
Loki
26/02/2023 14:47
se non si fa mai niente, e normale ritrovarsi con un mare di lavoro da fare, e quello che succede anche nella manutenzione normale di un veicolo prima o poi si arriva la punto che il veicolo va addirittura rottamato. tornando alle dighe, non è possibile che un amministratore non si accorga di nulla demandando il tutto al prossimo amministratore. non va assolutamente bene che soltanto perché c'è la piena il problema non si vede, deve essere tutto programmato bene affinché tutto sia efficiente e non sperare che tutto vada tranquillamente fino alle prossime elezioni sicuramente se ne occuperà un'altro, al momento ci limitiamo a chiedere lo stato di emergenza come ogni anno, poi si vedrà.
Rosario Mario
26/02/2023 15:13
Come al solito qualcuno dovrebbe intervenire. Ma chi? I burocrati, i politici? Ma questi nella nostra cara isola sono incompetenti o incapaci. Lo hanno dimostrato tante volte. Perciò speriamo ancora nel buon Dio, che faccia piovere abbastanza da sopperire alle nostre ataviche mancanze, così che questa estate noi possiamo avere almeno l'acqua... Bah !
Aulu
26/02/2023 17:39
Nel dicembre 2021 la nostra regione ha pubblicato una graduatoria definitiva per finanziare i laghi aziendali di 350 aziende agricole. Ad oggi nessuna notizia e nessuno ne parla più Questa è la sicilia.
8Giuseppe Taormina
26/02/2023 18:13
La Sicilia è bellissima ma chi la governa non è all'altezza si questo compito
Duke
26/02/2023 19:37
Sempre la stessa storia, altro che perdersi, l'acqua la vendono a fior di quattrini...
giuseppe Daricello
27/02/2023 10:08
Possibile che per questi disastri annunciati nessuno paghi mai, i colpevoli ci sono e sono facilmente identificabili. Arrestateli una buona volta, senza nascondersi dietro la solita storiella che mancano i fondi|
Napalm
27/02/2023 13:00
Ricordo che la Sicilia è la regione con il più alto numero di dighe rispetto al resto d'Italia ricordo anche che c è stato anche l'assalto alla realizzazione spesso inutile di dighe per favorire amici con particolare riferimento a Imprese amiche lasciando comunque le dighe incompiute perché i soldi non bastavano mai vedi Rosamaria attivata credo solo perché ci fu l'emergenza dopo circa 20 anni di silenzio e la cui condotta per portare l'acqua a Palermo. la realizzò l'esercito altrimenti campa cavallo che l'erba cresce
Vito Biancorosso
09/03/2023 17:22
Mi chiedo, ormai da tanto tempo perché non è possibile completare la diga di Blufi, opera fondamentale per la Sicilia centrale, uso potabile visto che c'è un potabilizzatore , irriguo ed idroelettrico.