C’è un nuovo buco nei conti della sanità pubblica siciliana. Eredità di manovre messe in atto nell’ultima parte della scorsa legislatura ma che costringerà l’attuale governo a un giro di vite sulle spese che deve essere quantificato in questi giorni. Nella visione più ottimistica ci sarà da recuperare nel corso dei prossimi mesi fra i 200 e i 250 milioni. Ma c’è un documento riservatissimo che è arrivato sui tavoli degli assessori al Bilancio e alla Sanità che indica in quasi 400 milioni la cifra da recuperare da qui a fine anno.
Il documento che ha fatto scattare l’allarme è una nota che l’ex direttore della Pianificazione strategica dell’assessorato alla Sanità, Mario La Rocca, braccio destro di Ruggero Razza, ha lasciato agli atti per fare il punto sulla situazione economica del settore.
Una decina di pagine in cui è facile individuare un filo conduttore: nel 2022 il bilancio della sanità ha goduto di entrate extra - legate alla gestione dell’emergenza Covid ma anche di pronunce della Corte dei Conti - che non ci saranno nel 2023. Dunque, con un budget generale ridotto, bisognerà tagliare le spese in misura corrispondente.
Come intervenire
Dalla riduzione dei contratti a termine nella sanità pubblica dovrebbe nascere un risparmio di 67 milioni. Dal ridimensionamento delle Uca - i pool di medici e infermieri che seguono a domicilio i positivi al Covid - si dovrebbero risparmiare altri 30 milioni. Sono le due principali voci di risparmio che l’ex dirigente generale dell’assessorato alla Sanità, Mario La Rocca, suggerisce nel documento sull’equilibrio di bilancio inviato al governo.
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