Non ci sono solo gli aumenti per deputati regionali e sindaci. La Finanziaria premia anche i vicesindaci e gli assessori dei Comuni riconoscendo un aumento in vigore nel resto d’Italia da un anno. Ma la specificità siciliana non viene meno neanche questa volta e premia oltre misura i primi cittadini di Messina e Catania e tutti i presidenti dei consigli comunali, che finiscono per guadagnare fra il 20 e il 40% in più dei pari grado di altre città del Paese.
Miracoli delle votazioni notturne all’Ars e di una Finanziaria segnata dagli aumenti alla classe politica. Il giorno dopo il bonus da 900 euro al mese che i deputati si sono concessi adeguando i loro stipendi all’aumento dell’inflazione sono scattati gli incrementi anche per i sindaci: a loro va uno stipendio parametrato a quello del presidente della Regione, che vale 14.284,71 euro lordi al mese. E qui scatta la prima specialità siciliana: la legge nazionale - recepita nell’Isola seppure con un anno di ritardo - indica che il massimo spetta solo al sindaco del Comune capoluogo, cioè Palermo. Ma dice anche che altrettanto va ai sindaci delle città metropolitane, che a livello nazionale sono una ventina. Ma in Sicilia ne sono state dichiarate due in più rispetto a quanto accade nelle altre regioni: sono Messina e Catania, i cui primi cittadini guadagneranno quindi quanto il presidente della Regione, 14.284,71 euro al mese.
La differenza è sostanziale perché se non ci fosse stata l’eccezione di ben tre città metropolitane invece di una il sindaco di Messina avrebbe guadagnato 11.427 euro al mese. E lo stesso il sindaco di Catania. Tutti gli altri aumenti ai sindaci potete leggerli nello specchietto che trovate accanto.
Ma il bonus extra concesso ai primi cittadini di Messina e Catania non è il solo. È andata benissimo anche ai presidenti dei consigli comunali. Materia astrusa, che spiega bene il presidente dell’Anci Paolo Amenta: «La legge nazionale prevede per i presidenti dei consigli comunali un aumento più basso, in Sicilia invece è stato mantenuto un parametro che li equipara più o meno al vicesindaco. Quindi un aumento pari a quasi la metà di quello concesso ai rispettivi sindaci spetta anche ai presidenti dei consigli».
Qualche esempio. Il presidente del consiglio comunale di Palermo avrà un aumento di 3.649 euro. E lo stesso andrà ai pari grado di Catania e Messina, sempre perché sono città metropolitane. Il presidente del consiglio comunale di cittadine come Gela o Marsala (che hanno fra i 50 mila e i 100 mila abitanti) avrà un aumento di 1.003 euro al mese. Stesse cifre per capoluoghi come Ragusa, Caltanissetta, Trapani e Agrigento. E così via fino ai presidenti dei consigli dei 32 paesini con meno di mille abitanti che avranno una ventina di euro in più al mese.
Fin qui le eccezioni siciliane. Per il resto gli assessori dei Comuni si adeguano anche loro alla norma nazionale e vedono scattare aumenti significativi. Gli undici membri della giunta di Palermo avranno un aumento mensile di 2.985 euro. E il vice sindaco vedrà crescere la busta paga di 4.210 euro. Idem a Messina e Catania.
Mentre gli assessori della maggior parte dei capoluoghi vedranno lo stipendio crescere di 860 euro al mese. Tutto questo ha un costo, of course. E ammonta a 930.972 euro al mese, cioè 11.171.669,98 euro all’anno. Ma la Regione ha stanziato solo 6 milioni. E per farci rientrare tutti gli aumenti ecco che l’azione coordinata fra legge nazionale e i tempi dilatati dell’Ars offrono un escamotage. Ancora una volta lo illustra Amenta: «La norma nazionale prevede che il primo anno scatti un aumento del solo 68%. La somma stanziata dall’Ars copre la spesa per il 57%. Siamo lì... I sindaci dovrebbero prendere dai bilanci comunali solo quell’11% residuo. E tuttavia questo budget arriverà realmente nella casse solo a marzo, visto che la Finanziaria è stata appena approvata e non ancora pubblicata. Quindi gli aumenti si applicheranno solo da aprile fino a fine anno. E dunque il budget dovrebbe bastare a coprire la spesa senza attingere ai bilanci comunali. Ma l’anno prossimo serviranno tutti gli 11 milioni perché l’aumento previsto dalla legge scatta al 100%. Anche se forse servirà perfino di più». Il riferimento di Amenta è alla norma, già in discussione all’Ars, che concederebbe aumenti anche ai consiglieri comunali, finora esclusi.
L’assessore agli Enti Locali, Andrea Messina, ha confermato che il governo ci sta lavorando. A quel punto servirà un budget extra rispetto agli 11 milioni. Oppure i sindaci dovranno trovare nei bilanci le risorse, tagliando servizi. O, ipotesi residuale, dovranno rinunciare ad applicare gli aumenti ai consiglieri aprendo uno scontro politico in ogni paesino o città della Sicilia.
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