La cattura di Matteo Messina Denaro “manifesta la supremazia della legge sul crimine". Con queste parole Sergio Mattarella definisce il senso di un suo incontro al Quirinale - tenuto riservatissimo - con un’ampia delegazione delle squadre che hanno arrestato il boss mafioso a Palermo. Circa una settantina di persone che ieri sono salite al Colle nel massimo riserbo e che il presidente della Repubblica ha voluto salutare e ringraziare personalmente per testimoniare la riconoscenza delle istituzioni repubblicane per una cattura che, è stato sottolineato, ha chiuso il cerchio: Matteo Messina Denaro era infatti l’ultimo capomafia stragista ancora latitante. L’incontro è stato voluto dal presidente e ha richiesto un po' di tempo e diverse cautele: è stato reso pubblico solo dopo 24 ore per permettere il rientro degli agenti più esposti. Lo conferma anche l’unica foto diffusa dal Quirinale che ritrae i vertici dell’Arma e non i volti degli «operativi» per ovvie ragioni di sicurezza. Nella sala degli Arazzi del Quirinale sono sfilati però tutti, guidati dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi e dal Generale di Divisione Pasquale Angelosanto, Comandante del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri. Con loro una folta rappresentanza di ufficiali, marescialli, brigadieri, appuntati e carabinieri del Ros, del Gruppo Intervento Speciale e dei Comandi territoriali di Palermo e Trapani dell’Arma. Il presidente della Repubblica ha voluto così esprimere «la riconoscenza della Repubblica» per la cattura di Matteo Messina Denaro «sottolineando come questo successo dell’azione della Magistratura e di tutte le Forze di Polizia, che vi si sono impegnate con tenacia e dedizione, abbia manifestato la supremazia della legge sul crimine e abbia rafforzato la fiducia dei cittadini in una società libera dalla presenza della mafia».