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Giro di vite sui precari Covid in Sicilia: «Tagliare le spese dei contratti del 25%»

Manifestazione di precari Covid a Palermo

Il colpo di grazia alle ambizioni dei cosiddetti precari Covid viaggia in un documento di 10 pagine inviate qualche giorno fa dall’assessorato regionale alla Sanità ai manager delle Asp siciliane. Un testo riassumibile con l’input a tagliare le spese subito del 25%, agendo in particolare sulla voce legata ai rinnovi di medici, infermieri, tecnici e amministrativi assunti durante la pandemia.

Questo personale - circa 9 mila persone - dovrà essere lasciato a casa o stabilizzato rispettando i limiti delle piante organiche. Significa che solo una parte potrà trovare posto in base agli organici attuali di Asp e ospedali. E - specifica il documento firmato dal direttore dell’assessorato Mario La Rocca - nell’attesa delle stabilizzazioni, le eventuali proroghe (ci sono norme in questo senso in discussione all’Ars) devono avvenire «limitando il monte ore di impiego». I precari Covid, è la sintesi, costano molto più di quanto la Regione può finanziare ed essendo venuti meno quest’anno circa 480 milioni di contributi statali, ora deve scattare il taglio. La riduzione dei costi, secondo le stime già fatte dall’assessorato guidato da Giovanna Volo, dovrebbe raggiungere alla voce «personale» i 67 milioni sull’impiego dei medici e degli infermieri e i 30 milioni su quello di tecnici e amministrativi e delle Uca.

È un piano che ha provocato la protesta del Pd: «In questo momento la sanità ha bisogno di investimenti in tecnologie e di nuovo personale - ha detto in aula Nello Dipasquale - invece si scopre che per l’emergenza Covid è stato messo su un sistema che non possiamo permetterci. Ma tagliare così, adesso, non si può fare. Questa direttiva va revocata».

Il provvedimento firmato dal direttore dell’assessorato avverte i manager che «non ci saranno quest’anno aumenti significativi del fondo sanitario in grado di assorbire interamente l’aumento dei costi stratificatosi negli anni di pandemia». E quindi «talune spese che si sono rese necessarie in questi anni non sono più ripetibili». Il conto di queste somme che vengono meno nel bilancio della Regione, e quindi di a cascata di Asp e ospedali, è di 480 milioni.

È il presupposto per indicare la via dei tagli, che devono colpire il disavanzo registrato legittimamente in questi ultimi tre anni. «Le previsioni economiche degli enti del servizio sanitario - è la parte principale della direttiva - dovranno con seguire un risultato i gestione in miglioramento di almeno il 25% rispetto al 2022». È la partita più contestata da Dipasquale secondo cui così si «taglieranno servizi ai cittadini».

La direttiva indica nel dettaglio tutte le voci di spesa da tagliare. E la parte principale riguarda i precari: «I manager dovranno provvedere alle stabilizzazioni nei limiti delle piante organiche. E nelle more dovranno provvedere a ricondurre il monte ore del personale suscettibile di stabilizzazione a quello derivante dalle vigenti dotazioni organiche». In pratica, coprendo solo i vuoti in pianta organica si impiegheranno molti meno dei 9 mila precari attuali. Operazione da cui ci si attende «un risparmio di 67 milioni» sui costi attuali.

Un passaggio cruciale della direttiva è quello che riguarda i precari Covid del settore tecnico-amministrativo, la categoria più in bilico che ha il contratto in scadenza a fine mese. L’assessorato avverte che «laddove dovesse intervenire una previsione di legge che che preveda il rinnovo del contratto, questo dovrà avvenire riconducendo il monte ore a quello derivante dalle piante organiche». C’è poi un riferimento a «un massimo di 18 ore settimanali».

Va detto che proprio ieri all’Ars, all’inizio delle votazioni su bilancio e Finanziaria è stato annunciato dalla leghista Marianna Caronia che proroga tutti i contratti dei precari Covid di altri due mesi. Molto più di quanto non abbiano previste le norme nazionali.

Ma la direttiva di La Rocca avvia anche il ridimensionamento delle Uca, le unità mobili che seguono i positivi: questi pool dovranno essere composti al massimo da un medico e un infermiere «in modo da tagliare i costi di 30 milioni».

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