Domenica 17 Novembre 2024

Cospito trasferito, ma il ministro Nordio dice no alla revoca del 41bis

Alfredo Cospito

Alfredo Cospito è stato trasferito nel carcere di Opera a Milano: in quello di Sassari rischiava la vita dopo gli oltre 40 kg persi per lo sciopero della fame e le condizioni in continuo peggioramento. «La tutela della salute di ogni detenuto costituisce un’assoluta priorità», ha motivato il trasferimento il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Ma l'uomo resta al 41 bis: nel comunicato diffuso dopo il Consiglio dei ministri che ha affrontato l’argomento si spiega che «per la parte di propria competenza», il ministro Nordio «ritiene di non revocare il regime di cui all’articolo 41 bis». L'aspetto sanitario, è il messaggio, non incrina la linea della fermezza del Governo. «Lo Stato non si fa intimidire da chi pensa di minacciare i suoi funzionari», ha ribadito la premier Giorgia Meloni. Una posizione - quella sul carcere duro - ribadita in serata anche al termine del Consiglio dei ministri, dove si è fatto il punto sulla vicenda. L’istanza di rivedere la misura, avanzata dal legale di Cospito al Guardasigilli, sembra dunque destinata a non essere accolta, mentre c'è da attendere il 7 marzo per l’esame della Cassazione sul ricorso presentato dallo stesso avvocato. L’offensiva anarchica, intanto, non si arresta: nella notte a Milano due auto della polizia locale sono state incendiate con molotov, mentre a Roma stessa sorte è toccata a cinque auto della Tim. Nessun indietreggiamento, dunque, dall’esecutivo di centrodestra di fronte all’escalation di attacchi della galassia con la A cerchiata. Ma un detenuto morto in carcere sarebbe difficile da digerire per il Governo. In particolare per Nordio, che si è sempre professato garantista. La strada seguita è quindi quella di separare nettamente l’aspetto giudiziario da quello medico, cercando di tenere la barra diritta con lo Stato sotto attacco. Una partita delicata, dove è facile sbagliare una mossa. Tanto più dopo che Cospito ha ribadito il suo rifiuto all’alimentazione forzata. La premier ha quindi voluto sentire a Palazzo Chigi le informative dei ministri interessati: oltre a Nordio, Matteo Piantedosi e Antonio Tajani. Quest’ultimo ha riferito sull'innalzamento delle misure di tutela delle sedi diplomatiche dopo gli episodi di Atene, Berlino e Barcellona. Il titolare dell’Interno ha informato sulla minaccia anarchica che nell’ultimo mese si è espressa in decine e decine di attacchi. In Italia e all’estero. Attorno alla figura di Cospito si è coagulato il mondo legato alla Federazione anarchica informale con i suoi consolidati legami con militanti di Paesi come Germania Francia, Spagna, Grecia, Cile. Ma c'è anche la saldatura di anime diverse dell’antagonismo. È una minaccia «che non sottovalutiamo», ha detto Piantedosi. Giovedì si riunirà al Viminale il Comitato di analisi strategica antiterrorismo per esaminare il quadro. Forze di polizia e 007 hanno messo in guardia dal rischio di un salto di qualità delle azioni - al momento per lo più di carattere dimostrativo - in parallelo con la vicenda carceraria del detenuto. Che va dunque monitorata con grande attenzione. Come sa bene Nordio, che ha puntualizzato come il trasferimento da Sassari ad Opera nel padiglione del Servizio assistenza intensificata sia stato disposto dal Dap «su espressa indicazione dei medici», affinché sia ospitato «in una struttura detentiva più idonea a garantire tutti gli eventuali interventi sanitari necessari». Il cambio di istituto non elimina però i rischi. Il legale Flavio Rossi Albertini ha infatti affermato che il suo assistito «non accetterà somministrazioni di cibo e continuerà sicuramente lo sciopero della fame». Cospito è comunque già stato visitato dai medici del carcere milanese, che lo hanno trovato tranquillo. E, al momento, hanno giudicato le sue condizioni di salute non incompatibili con il regime carcerario al quale è sottoposto. Dall’opposizione intanto in tanti hanno chiesto una revisione della pena, contestando la linea dura del governo. Per il senatore del Pd, Carlo Cottarelli, togliere il 41 bis non è «cedere di fronte al ricatto, cosa sempre sbagliata, ma riconoscere un errore». Il suo compagno di partito ed ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando,, nota che se Cospito morisse in carcere diventerebbe un martire, rafforzando gli anarchici. Secondo la senatrice Ilaria Cucchi (Ivs), Cospito «non è un boss mafioso e non ha ucciso nessuno. Costringerlo all’ergastolo ostativo del regime 41 bis è stata una palese forzatura ed un errore colossale». Il Garante dei detenuti, Mauro Palma, da parte sua, invita a domandarsi se per l'anarchico «serva il 41 bis o se per esempio non possa bastare una censura rispetto ad eventuali scritti o forme di comunicazione». Sul fronte maggioranza, da registrare le minacce denunciate con un tweet dalla deputata di FdI, Chiara Colosimo, che ha pubblicato un messaggio ricevuto da un presunto anarchico. «Attenta a quando parli di Cospito - si legge nello screenshot -, brutta fascista inutile». Solidarietà dagli esponenti del centrodestra.

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