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L'Ue approva la manovra dell'Italia, ma tira le orecchie al governo su contante e cartelle

Arriva il giudizio di Bruxelles sulla manovra italiana ed è una luce verde convinta, pur con la «solita» tirata di orecchie sulle riforme strutturali, a partire dalla riforma fiscale. Reprimenda anche sui costi del sistema pensionistico per il rinnovo nel 2023 dei regimi di pensionamento anticipato in scadenza, anche se con criteri di età più stringenti (Opzione donna).

Il giudizio della Commissione europea, comunque, è «complessivamente positivo, con alcuni rilievi critici», ha sottolineato il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni: il governo, ha segnalato, ha raccolto l’invito di Bruxelles alla prudenza e a tenere sotto controllo la spesa corrente. La manovra del resto è stata anche messa a punto in un solo mese dal nuovo esecutivo, ha concesso, «immagino con diverse richieste alle quali far fronte». Ma insomma, «c'è un equilibrio».

L’Opinione della Commissione sulla bozza programmatica di bilancio italiana, la legge di bilancio «tradotta» per Bruxelles, affonda invece senza sconti sui temi più dibattuti come l’innalzamento del tetto al contante da 2 mila a 5 mila euro, i limiti per il pos a 60 euro (così è indicato nella bozza programmatica) e la rottamazione delle cartelle: misure che «non sono in linea» con le raccomandazioni specifiche per l’Italia sulla lotta all’evasione fiscale. «Nel complesso, la Commissione ritiene che il progetto di bilancio dell’Italia sia in linea con gli orientamenti di bilancio contenuti nella raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 2022», è comunque il responso. Le ipotesi macroeconomiche del governo sembrano «plausibili» e convince la valutazione sull'impatto delle misure. Gentiloni ha però invitato a non «contraddire o capovolgere» gli obiettivi del Pnrr con la manovra: «Ne stiamo discutendo con le autorità italiane».

La premier Giorgia Meloni si è detta «particolarmente soddisfatta» del giudizio: «Conferma la bontà del lavoro del governo italiano, sottolinea la solidità della manovra economica e ribadisce la visione di sviluppo e crescita che la orienta. In questa direzione continueremo a lavorare nell’interesse dei cittadini italiani, delle famiglie e delle imprese». «Grande soddisfazione» ha espresso anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. «Abbiamo smentito i gufi nazionali: serietà e responsabilità pagano e continueranno a essere alla base di ogni nostra decisione». Giorgetti, da noto tifoso, l’ha poi buttata sul calcio: «Ci sono dieci Paesi che sono in linea» e gli altri sono in Europa League, ha rivendicato riferendosi alle opinioni diffuse dalla Commissione su tutti gli stati dell’Eurozona (più Croazia, in entrata a gennaio): «Venite qua a contestarci che giochiamo in Champions? Poi magari non la vinciamo eh...». Applausi all’Italia anche dal vice presidente della Commissione e «falco» Valdis Dombrovskis: «Dovrebbe tenere sotto controllo la spesa corrente e mantenere il ritmo delle riforme e degli investimenti», ha aggiunto.

Il mercato va detto non l’ha presa benissimo, con i rendimenti dei Btp decennali schizzati di dodici punti base al 3,906%, quando sono emersi i rilievi di Bruxelles sulla manovra, mentre lo spread con il bund tedesco si è allargato di sei punti base a 192,7, per poi chiudere rendimenti e spread rispettivamente al 3,85% e a 192 punti. Prima dell’alba poi è arrivato il via libera Ue al finanziamento di RepowerEu, il piano che consentirà ai singoli Paesi di avere nuove risorse da aggiungere ai loro Pnrr per combattere il caro energia e ridurre la dipendenza dalla Russia.

La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen aveva indicato che per l’Italia il dovrebbe valere 9 miliardi, ma la cifra finale potrebbe essere ben più bassa, visto che l’accordo finale non include i fondi di coesione e sarebbe comunque ancora in corso il confronto. Nell’intesa finale è invece incluso un finanziamento dal fondo per l’innovazione e per 20 miliardi complessivi dalla vendita delle quote di emissione (Ets).

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