Dall’allentamento sul contante alla pace fiscale, dalla flat tax fino al reddito di cittadinanza. La Banca d’Italia cerchia in rosso nella legge di bilancio diversi «aspetti critici» che rischiano di favorire l’evasione e frenare la spinta alla «modernizzazione del Paese» avviata col Pnrr. Una «bocciatura» che fa gioco alle opposizioni che tornano in pressing per chiedere l’eliminazione di misure come quella sui Pos. Ma che non va giù al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, che liquida i rilievi di Via Nazionale: esprime la visione delle banche. Ma poi fonti di Palazzo Chigi precisano il senso del ragionamento: «Nessuna volontà di mettere in discussione l’autonomia di Bankitalia».
L’analisi di via Nazionale, che stima un importo lordo di 39,2 miliardi con gli extraprofitti a garantire le maggiori coperture (4 miliardi), riconosce l’impostazione «prudente» e condivide l’obiettivo di proseguire sulla strada della riduzione del rapporto debito/Pil. Anche l’Upb, l’Ufficio parlamentare di bilancio, valuta positivamente l’impegno a ridurre il debito, ma ritiene che alcune coperture e spese siano incerte. Così come ci sono rischi sulla crescita nel 2023.
Ma è l’intervento di Bankitalia a rilevare le criticità che fanno scattare le polemiche: tra queste le norme sui pagamenti in contante e l'introduzione di «istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola», evidenzia Fabrizio Balassone, capo del servizio Struttura economica, in un’audizione cui partecipano appena 7 parlamentari. In particolare i «limiti all’uso del contante», torna a ripetere Via Nazionale, «pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione». Inoltre, per quanto riguarda i pagamenti col Pos, Balassone spiega che per gli esercenti «il contante ha costi legati alla sicurezza, come quelli connessi con furti, trasporto valori e assicurazione» e che secondo le stime della Banca d'Italia, «il costo del contante, in percentuale dell’importo della transazione, è superiore a quello delle carte di debito e credito»
Sul capitolo flat tax, la Banca d’Italia evidenzia un aumento della «discrepanza di trattamento tributario» tra dipendenti e autonomi: proprio la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno soggetto a progressività come l’Irpef, fa notare, in un periodo di inflazione elevata «comporta un’ulteriore penalizzazione per chi soggetto a quest’ultimo». Sul reddito di cittadinanza, infine, pur riconoscendo «aspetti critici» nell’attuale assetto, la Banca d’Italia invita a «prestare attenzione ai rischi di aumento dell’indigenza»: senza questo sussidio, puntualizza Via Nazionale, nel 2020 ci sarebbe stato un milione di poveri assoluti in più. Il taglio del reddito previsto in manovra colpirà «circa 846 mila individui, vale a dire poco più di un beneficiario su cinque», rileva il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo.
Esprime invece «riserve e preoccupazioni» sul reddito anche il presidente del Cnel Tiziano Treu, che evidenzia poi varie criticità dal ricorso al condono ai voucher.
Al centro del dibattito resta intanto il nodo della soglia entro cui i commercianti potranno rifiutare pagamenti con il Pos. Dopo l’apertura della premier ad un possibile abbassamento della soglia di 60 euro fissata in manovra, le opposizioni cavalcano l’allarme della Banca d’Italia. Il Pd chiede al governo di eliminare le norme su Pos e contanti. Appello cui si associano sindacati (con Cgil e Uil che sulla manovra vanno avanti unite con azioni di sciopero, mentre la Cisl annuncia per il 15 un’assemblea per migliorarla, in pratica spingendo sulla via del confronto più che sulla protesta) e consumatori. Il leader del M5s Giuseppe Conte, che domani (6 dicembre) sulla manovra incontra il leader di Confindustria che ha ribadito oggi le proprie critiche, va all’attacco: «Il governo cancella il reddito cittadinanza per introdurre l’evasione di cittadinanza».
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