Giovedì 26 Dicembre 2024

Vaccini Covid, la questione dell'obbligo all'esame della Corte Costituzionale

Vaccini Covid

L’attesa è forte soprattutto dal mondo dei no vax. La Consulta è chiamata a esprimersi sulla legittimità dell’obbligo vaccinale, introdotto nel 2021 come strumento per arginare la pandemia da Covid e sin dall’inizio al centro di infuocate polemiche, proteste e ricorsi. Stamattina ci sarà la discussione delle parti in un’udienza pubblica, dedicata esclusivamente a questo tema, e inusuale anche nei numeri: 11 le ordinanze con cui 5 uffici giudiziari hanno sollevato dubbi sulla costituzionalità di obbligo e sanzioni, una quarantina i difensori di operatori sanitari e professori che hanno rifiutato di vaccinarsi , tre gli avvocati dello Stato - Enrico De Giovanni, Federico Basilica e Beatrice Gaia Fiduccia - a sostegno di quella decisione del governo Draghi e tre anche i giudici costituzionali relatori: Augusto Barbera, Stefano Petitti e Filippo Patroni Griffi. Inizialmente previsto solo per medici e infermieri dal decreto 44 del primo aprile del 2021, l’obbligo è stato via via esteso ad altre categorie , insegnanti , forze armate e di polizia , con relative sanzioni in caso di inadempimento, a partire dalla sospensione dal lavoro e dalla retribuzione. Gradualmente poi è stato superato, con la discesa dei contagi: a giugno di quest’anno sono stati esentati over 50, professori e forze dell’ordine. Mentre dal primo novembre non vale più nemmeno per chi lavora in corsia, effetto del primo decreto del governo Meloni che ha voluto anticipare a quella data la scadenza che l’esecutivo Draghi aveva fissato al 31 dicembre, con l’obiettivo di ridare fiato a un sistema sanitario sotto organico con il recupero di 4mila medici non vaccinati. Ma le conseguenze di quell’obbligo restano tutte: lo ha ricordato, a poche ore della pronuncia della Consulta, il Sum, sindacato unico dei militari, facendo presente che le penalizzazioni di chi non si è vaccinato hanno comportato anche la detrazione di anzianità di servizio, pesando sulla carriera e sul futuro trattamento pensionistico. A dubitare della legittimità costituzionale di quelle norme sono i tribunali di Brescia (con 6 ordinanze), Catania e Padova, il Tar della Lombardia e il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana, che solleva anche la questione della sicurezza dei vaccini. Il più critico su quella normativa è il Tar della Lombardia, che chiama in causa più principi costituzionali: la garanzia dei diritti inviolabili dell’uomo, il diritto al lavoro e alla retribuzione, la tutela della salute, il principio dell’uguaglianza. Mentre il tribunale di Padova ipotizza anche la violazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

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