Un altro incidente mortale sulla strada statale 115 che collega, in assenza di autostrada, le province di Trapani e Siracusa, passando per Agrigento, Caltanissetta e Ragusa. A perdere la vita, dopo essersi scontrato contro un camion, un 24enne di Modica, Mirko Argentino. L'impatto fatale al ragazzo è avvenuto in contrada Dirillo, tra Vittoria e Gela. Una strada, la Statale 115 che solo nel 2022 ha causato cinque morti e decine di feriti. In uno dei tanti sinistri, avvenuti in quella che da molti è considerata la strada della morte, si è trovato coinvolto, come spettatore, il deputato regionale agrigentino della Dc Carmelo Pace. L'8 novembre scorso, sulla Ss115, nei pressi del bivio per Maddalusa, ad Agrigento, tre persone sono rimaste ferite.
«Erano all’incirca le 21 - racconta a gds.it il deputato all'Ars - la mia era la terza macchina dopo l’incidente. Vorrei sottolineare, e la cosa mi fa inorridire, - precisa Pace - che sono passate centinaia di macchine: si fermavano e andavano via; nessuno dava soccorso. Io non ho fatto nulla di straordinario. Ho messo la strada in sicurezza e ho chiamato il 112 che, devo dire, è stato molto tempestivo. Il mio collaboratore ha dato una mano d’aiuto perché nel frattempo sono arrivati due vigili del fuoco in borghese, fuori servizio, e hanno estrapolato una persona incastrata nell’abitacolo. Io mi sono limitato a fare ciò che ogni cittadino dovrebbe fare».
Una strada che da agrigentino il parlamentare siciliano percorre spesso e che, come lui stesso ammette, necessità di interventi urgenti: «Io mi inchino quando sento parlare del ponte di Messina - sostiene il deputato - perché è un’opera grandiosa, ma bisogna intervenire pure sulla viabilità interna, facendo manutenzione sia sulle provinciali che sulle statali. La 115 è sempre stata il libro dei sogni. Tutti ne parlano. Io non vorrei essere uno dei tanti parlamentari che ne parla, ma obiettivamente è una strada che necessità del raddoppio. Oltre alla pericolosità - conclude - per percorrere 50 km bisogna camminare circa un’ora e mezza».
Sulla necessità di provvedimenti urgenti su una strada sulla quale ogni anno viene versato troppo sangue, interviene anche il leader della Dc Totò Cuffaro. Anche lui, come Carmelo Pace, essendo nativo di Raffadali, in provincia di Agrigento, conosce bene la situazione della Statale e la sua estrema pericolosità: «È la strada della morte - dice subito Cuffaro a gds.it -. Noi nel nostro programma, per quanto riguarda le infrastrutture, prevediamo la chiusura dell’anello autostradale. Ad oggi - continua l'ex presidente della Regione - l’autostrada si ferma a Rosolini. Se completassimo il tratto con il raddoppio, trasformando la SS115 in autostrada che andrebbe da Rosolini a Mazara del Vallo, chiuderemmo il famoso anello. Nel nostro programma abbiamo inserito la progettazione di ciò come priorità. Ciò eviterebbe decine di morti ogni anno. Naturalmente l'autostrada, oltre al raddoppio, prevede la chiusura di tutta una serie di imbocchi: sono proprio quelli che causano gran parte degli incidenti. Andrebbero dunque riorganizzate tutte le intersezioni interne. Fatto poi il famoso asse nord-sud, il taglio che porta dal tirreno fino a Gela, avremo chiuso l’opera di infrastrutturazione autostradale della Sicilia. Tutto questo - continua il leader della Democrazia cristiana - sarà oggetto del nostro primo disegno di legge che presenteremo appena ci insedieremo».
Il gruppo politico creato da Totò Cuffaro, è favorevole al ponte sullo stretto di Messina, opera che in tanti non vedono di buon occhio, soprattutto perché ci sarebbero delle priorità. Su tutte proprio il completamento, il riammodernamento e la manutenzione di strade interne all'Isola, di ponti e cavalcavia.
«Quando ero presidente della Regione - spiega l'ex Governatore - avevamo già fatto una società, era stata approvata la progettazione ed erano iniziati i lavori. Dal lato di Messina c’è infatti la base dei due primi pilastri sui quali doveva poggiare il ponte. Com'è risaputo io sono favorevole alla sua costruzione perché penso che sia un’opera strategica. Non bisogna fare prima le autostrade - spiega il politico - ma tutto assieme. La superveloce dei treni, per fare un esempio, non potrà mai esserci se non ci sarà il ponte. Non ha senso inserire i treni veloci dall’Italia - conclude Totò Cuffaro - se poi a Reggio Calabria servono due ore per traghettare».
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