Oltre 30 miliardi per combattere il caro-energia. E subito l’impegno ad utilizzarne già 9,5 miliardi la prossima settimana per aiutare famiglie e imprese. È lo spazio che - spiega la presidente del Consiglio Giorgia Meloni - il governo è riuscito a ricavare per quella che considera la priorità assoluta. Risorse che arriveranno prima col decreto energia e poi con la manovra. Cui si aggiungono nuove misure in arrivo sulle trivelle. «Vogliamo affrontare la questione energetica non solo sul piano emergenziale», spiega la premier. L’approccio - ha assicurato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti - sarà «prudente, realistico e sostenibile“ con l’obiettivo di «mitigare l’effetto del caro energia». A questo servirà anche la norma sulle trivelle, che fa riprendere l’attività per alcune concessioni per produrre «gas italiano», sottolinea la premier - che servirà anche a mettere «a disposizione da gennaio gas tra 1 miliardo e 2 miliardi di metri cubi da destinare ad aziende energivore a prezzi calmierati». Al capitolo energia andranno tutti i circa 22 miliardi in deficit ricavato dalle nuove stime messe a punto nella Nota di aggiornamento al Def. Il documento fissa il deficit programmatico per quest’anno al 5,6% del Pil (dal 5,1% tendenziale), con una discesa progressiva al 4,5% nel 2023, al 3,7% nel 2024 e 3% nel 2025. Parallelamente la crescita del Pil si attesterà quest’anno al 3,7% (una spinta ulteriore rispetto al +3,3% indicato dal governo Draghi, grazie all’andamento migliore alle attese del terzo trimestre). Numeri che aprono uno spazio di manovra anche per quest’anno, con un ‘tesorettò di 9,5 miliardi, che andranno subito a finanziare il nuovo decreto aiuti, che dovrebbe vedere la luce la prossima settimana. La Nadef, insieme alla Relazione sull’aggiustamento di bilancio, dovranno passare ora al vaglio delle Camere, che dovrebbe arrivare già entro giovedì, consentendo così al governo di portare eventualmente il nuovo decreto in cdm già alla fine della prossima settimana. Il decreto, necessario per non lasciare scoperte in questa ultima parte dell’anno le famiglie e le imprese fiaccate dal caro-energia, dovrebbe mobilitare una cifra intorno ai 5-7 miliardi. Il provvedimento dovrebbe prorogare fino a fine anno i crediti di imposta per le imprese energivore (in esaurimento a novembre) e il taglio delle accise sulla benzina (in scadenza il 18 novembre). Possibile anche un rafforzamento del bonus sociale, che potrebbe essere sganciato dall’Isee.
Il rapporto sull'evasione
Insieme alla Nadef, come annunciato nei giorni scorsi dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, è stato presentato anche il Rapporto sull’evasione ereditato dal precedente governo. Un documento che, secondo alcune indiscrezioni, fornirebbe alcuni dati che potrebbero portare ad un ripensamento sulla possibile estensione della flat tax, misura allo studio per la manovra. E proprio la manovra sarà ora il vero banco di prova. Un lavoro che parte in salita, con tempi stretti e molte anime da mettere d’accordo. «Siamo consapevoli e pronti a fronteggiare i rischi di recessione che da più parti a livello globale ed europeo vengono evocate e che ahime potrebbero toccare anche l’economia italiana», assicura Giorgetti. La premier è determinata: il governo, ha assicurato lei stessa ai vertici dell’Ue, intende affrontarla in maniera prudente e ragionata. Il prossimo passo di avvicinamento sarà il Dpb, il Documento programmatico di bilancio, che tratteggia la cornice su cui verrà costruita la manovra. Alla grossa fetta di risorse destinata all’energia, si dovrebbero aggiungere altri 6-7 miliardi, al netto di una serie di interventi che potrebbero permettere altri risparmi, movimentando alla fine oltre 30 miliardi. Il governo è già al lavoro sulla revisione del superbonus (che dovrebbe essere ridotto dal 110% al 90%, riaprendo le porte per le villette, con l’introduzione del criterio del quoziente familiare) e del Reddito di cittadinanza, che dovrebbe consentire di liberare nuove risorse. Sicuro anche l’innalzamento del tetto al contante (da 2mila a 5mila euro), oltre alle misure su cuneo (si darà continuità almeno al taglio di 2 punti) e sulle pensioni (c’è da evitare lo scalone al primo gennaio, ma le opzioni sono ancora sul tavolo: Quota 41 «può essere un punto di riferimento ma è ancora presto» dice la ministra del lavoro Calderone). E’ allo studio anche una nuova rottamazione, con un forfait del 5% su sanzioni e interessi e un piano di pagamenti in 5 anni, oltre ad un possibile stralcio per le cartelle fino a 1.000 euro.
Via libera anche a nuove trivellazioni
Sul fronte energia arriva anche un provvedimento sulle trivelle: un provvedimento per aumentare l’estrazione di gas, esaminato dal cdm, confluirà nel dl Aiuti ter con emendamento. In cdm sono arrivati anche i criteri per adottare le misure di spending review per il periodo 2023-25. Il cdm ha infatti dato il via libera al Dpcm (che andava approvato entro il 31 maggio) con la ripartizione delle misure e le aree di intervento.