Si sblocca l’impasse post-elettorale in Sicilia. I due verbali con gli eletti nelle due circoscrizioni che mancavano - Catania e Messina - per completare il quadro del nuovo Parlamento sono stati trasmessi nelle ultime ore all’Ufficio regionale della Corte d’appello, che in serata, secondo quanto si apprende, procederà all’attribuzione del listino collegato al presidente eletto. Dunque da domani scatterà il termine dei 20 giorni entro cui bisognerà convocare la prima seduta d’insediamento dell’Assemblea siciliana per l’inizio della XVIII legislatura. Un’attesa lunghissima che ha determinato la paralisi istituzionale. Con l’election day del 25 settembre gli elettori si erano recati alle urne per le politiche e le regionali. Ma mentre a Roma si è formato il nuovo governo Meloni e le Camere hanno votato gli uffici di presidenza, a Palermo tutto è rimasto immobile: niente Assemblea e niente Governo. Il presidente della Regione, Renato Schifani, da quasi due settimane, ha in mano tutte le deleghe e ha dovuto «richiamare» i capi di gabinetto degli ex assessori del governo Musumeci per potere gestire la minima ordinaria amministrazione. Gli errori durante lo spoglio e le anomalie nella verbalizzazione riscontrate in alcune sezioni della Sicilia - e in particolare nelle due città metropolitane - ha costretto gli uffici dei Tribunali a riconteggiare le schede. Un lungo lavoro che ha rallentato le procedure e ha avuto come effetto di lasciare da «solo» il presidente Schifani: un norma regionale del 2020, infatti, ha fatto scattare da questa legislatura l’obbligo per gli assessori di giurare davanti all’Assemblea prima di potersi insediare e assumere le piene funzioni. Risultato? Niente Ars, niente giunta. In attesa che i Tribunali rimettessero tutto in ordine, Schifani si è concentrato con i suoi collaboratori sulle prime emergenze: dal maltempo, che ha provocato ingenti danni nel Trapanese, alle contestazioni mosse dalla Corte dei conti sul rendiconto 2020 della Regione, con oltre un miliardo di euro sub iudice. Adesso per il governatore si apre la fase cruciale per la composizione del suo governo: dovrà tirare le somme dei colloqui avuti con tutte le forze del centrodestra e trovare il punto di equilibrio rispetto a richieste e aspettative dei partiti di maggioranza. I due principali nodi riguardano alcune deleghe di punta - la Sanità e l’Economia su tutte - e il nome su cui puntare per la presidenza dell’Ars: fronti sui quali rimane aperta la partita tra FdI e Fi. Spetta poi al governatore convocare la prima seduta all’Ars; in base ai tempi dettati dalla procedura, la fatidica data dovrebbe essere tra il 9 e l’11 novembre. Qualche giorno prima si terrà la cerimonia di accoglienza dei deputati per la quale l’amministrazione di Palazzo dei Normanni sta lavorando da giorni, così come per la predisposizione degli uffici che ospiteranno i nuovi gruppi parlamentari, sulla carta nove.