Minacce a La Russa: prima la scritta alla Garbatella, poi lo striscione con il nome scritto a testa in giù
Uno striscione contro il neo presidente del Senato, Ignazio La Russa, è stato esposto a Roma - a quanto si apprende poco dopo le 21.30 di ieri - nei pressi del Colosseo, sul Ponte degli Annibaldi. Una pattuglia dei carabinieri del centro lo ha notato, rimosso e sequestrato. Sullo striscione, firmato da Cambiare Rotta, è scritto «Benvenuto presidente La Russa (il nome è a testa in giù rispetto alle altre parole, ndr). La resistenza continua». Lo striscione, poi rimosso dai carabinieri, è stato esposto in quelle stesse ore in cui sono comparse la stella a cinque punte e le scritte, sempre contro La Russa, sulla saracinesca della sede di FdI nel quartiere romano della Garbatella. Sul profilo Fb di Cambiare Rotta Roma si legge: «Ci tenevamo a portare i nostri sentiti auguri di benvenuto al nuovo presidente del Senato, Ignazio La Russa (anche in questo caso il nome è a testa in giù rispetto alle altre parole, ndr). A quanto pare, la sua figura è ben apprezzata anche dai partiti della fantomatica opposizione antifascista. Saremo ben lieti di mostrare a questo e a questo parlamento il significato di Antifascismo Militante. Ai nostri posti ci troverete, nelle strade, nelle piazze delle città». Tante le manifestazioni di solidarietà e di condanna per lo striscione. Tra queste quella del presidente della Regione, Renato Schifani: «La mia totale solidarietà al Presidente del Senato Ignazio La Russa, vittima della violenza e dell’intolleranza di frange di estrema sinistra che, evidentemente, ignorano cosa significhi rispettare le istituzioni democratiche e chi le rappresenta. La seconda carica dello Stato va tutelata dagli attacchi volgari e ideologici cui siamo stati costretti ad assistere in queste ore». Il presidente del Senato ha «ringraziato sinceramente le forze politiche per le espressioni di solidarietà che mi hanno fatto pervenire ma voglio rassicurare tutti che una scritta vergata da mani ignote non mi ha minimamente turbato. Nella mia vita ho memoria di scritte anche assai peggiori verso di me e la mia parte politica. Anche stavolta avrei preferito, fosse dipeso da me, ignorare chi lancia il sasso e nasconde la mano, chi pensa che la minaccia o l’insulto possa sostituire il confronto. O peggio chi vorrebbe rivangare anni di violenza e terrorismo condannati dalla storia».