«Dire che c’è bisogno della concorrenza vuol dire tutto e niente. È necessario assumere una posizione chiara». Così si è espresso Gianpaolo Miceli, coordinatore regionale di Cna Balneari, sul tema della direttiva Bolkestein che blocca le proroghe delle concessioni per i lidi. A far alzare il polverone le parole del candidato presidente alla Regione Sicilia Renato Schifani: «Ero piccolo e a Mondello c’era l’Italo Belga. Adesso c’è ancora. Serve la concorrenza». Le sue parole già ieri avevano scatenato la polemica con la reazione di Carmelo Miceli, candidato all'Ars nella lista del Pd, che accusava l'ex presidente del Senato di essere in confusione sulla direttiva Bolkestein.
Ma la dichiarazione di Schifani ha fatto rizzare le orecchie anche al mondo degli imprenditori balneari, che rivendicano il lavoro svolto insieme all’ex assessore Toto Cordaro con una visione di continuità. Gli accordi raggiunti e sui quali si stava ancora lavorando riguardavano investimenti da parte degli imprenditori per circa 500 milioni di euro a fronte di una estensione della concessione fino al 2033: «Di queste somme promesse - spiega Gianpaolo Miceli - circa 40 milioni sono già stati spesi fra chi aderisce alla nostra sigla sindacale». E prosegue: «Noi concordiamo sul concetto di concorrenza ma vogliamo saperne di più a questo punto».
Oggi, però, Schifani ha diffuso un'altra nota con cui chiarisce la sua posizione. «Noi siamo contro la direttiva Bolkestein, ci siamo battuti e continueremo a farlo. Tuteleremo i posti di lavoro e gli investimenti dei titolari di concessioni balneari». Ma sul caso della Italo Belga ha aggiunto: «Vi sono delle situazioni anomale, come ad esempio quella della mia città Palermo - ha spiegato Schifani - in cui una società è titolare da decenni di una concessione quasi in monopolio. Se difendiamo anche, ma non succederà, queste posizioni estremiste perdiamo potere contrattuale nel difendere la normalità, i posti di lavoro di migliaia di operatori che guadagnano quotidianamente con il loro sforzo il loro reddito lavorativo».
Tra gli imprenditori, intanto, è forte il timore che si possa arrivare ad una tabula rasa delle concessioni che dovranno essere affidate attraverso bandi a partire dal 2024: «Bisogna tutelare gli investimenti fatti dagli imprenditori - prosegue il coordinatore della Cna Balneari -, non si può dire che adesso è tutto carta straccia con un colpo di penna. Il 90% dei lidi sono a conduzione familiare e il 65% di queste hanno come prima fonte di reddito proprio il lido sul mare».
Sul caso è intervenuta attraverso una nota anche la società Italo belga, che gestisce la spiaggia di Mondello, proprio perché chiamata in causa da Schifani: «È ormai noto a tutti che le norme attuali e le nuove scelte legislative che ne conseguiranno coinvolgeranno tutti i circa 3500 attuali legittimi titolari di connessione demaniale regionale. Perché citarci in modo così plateale, relegandoci al ruolo di proscritti?», si legge. «Invece di un’improvvida nomination, le migliaia di operatori siciliani, a attuali e futuri, avrebbero voluto sentire cosa intende fare un candidato presidente in ordine alla tutela ambientale e di tutti i chilometri di costa sempre più aggredita dai fenomeni di erosione e di cambiamento climatico».
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