Il prossimo 25 settembre gli italiani saranno chiamati a eleggere il nuovo governo che si insedierà al posto dell'esecutivo guidato da Mario Draghi. Per la prima volta nella storia si vota in autunno, periodo finora evitato perché coincide con le scadenze della legge di bilancio.
Politiche, le novità
Si andrà al voto con due importanti novità: da un lato i parlamentari sono stati ridotti del 30% diventando 400 alla Camera e 200 al Senato (prima erano 630 e 315), dall’altro, anche per il senato potranno votare tutti i cittadini che abbiano compiuto 18 anni e non più 25.
Politiche, il Rosatellum
Si voterà infatti con il Rosatellum, come è stato per le politiche del 2018, un sistema a prevalenza proporzionale ma con correttivi maggioritari. L'Italia è nuovamente divisa in collegi, cioè semplici porzioni di territorio di riferimento con un dato numero di elettori, all'interno delle quali le liste presentano i propri candidati.
Collegi plurinominali
Nei collegi plurinominali c'è il sistema proporzionale, dove ogni partito o coalizione presenta una lista di candidati e ottiene i seggi in base ai voti ottenuti, purché superi la soglia di sbarramento del 3% (10% per le coalizioni). Viene assegnato il 60% dei posti in Parlamento, 392 per la Camera e 122 per il Senato.
Collegi uninominali
Il restante 37% viene assegnato attraverso i collegi uninominali (147 per la Camera e 74 al Senato) dove vince il candidato che prende, in un turno unico, anche solo un voto in più rispetto agli altri.
Circoscrizione estera
Restano poi 12 collegi appartenenti alla Circoscrizione estera che decretano 8 deputati e 4 senatori. Possono votare per corrispondenza i cittadini italiani residenti all'estero ma anche coloro che si trovano all'estero per un periodo superiori ai tre mesi (per motivi di studio, lavoro o salute), previa richiesta al proprio comune di residenza entro il 24 agosto.
Le schede elettorali
Ogni elettore riceverà due schede, una per la Camera dei deputati di colore rosa e una per il Senato che sarà di colore giallo. Ciascuna scheda sarà composta da riquadri rettangolari con indicato in alto il nome del candidato uninominale. Tra questi risulterà eletto chi, nel collegio di riferimento, riceverà più voti. All'interno del singolo riquadro, l'elettore troverà inoltre alcuni nomi vicino ai simboli dei partiti. Si tratta dei cosiddetti candidati “bloccati” proporzionali: l'elettore non potrà esprimere alcuna preferenza, ma questi saranno eletti in proporzione ai voti ricevuti nel collegio, in ordine di lista.
Come si vota
L'elettore può segnare con una "x" il nome del candidato uninominale. In questo caso il voto è esteso anche alla lista, se però quel candidato si presenta con una coalizione di più liste, allora il voto viene ripartito in modo proporzionale ai voti ottenuti nel collegio. L'elettore può, in una seconda opzione, sbarrare direttamente il simbolo del partito: in questo caso il voto si estende anche al candidato uninominale. Infine, il voto sarà valido anche qualora l'elettore sbarri sia il nome del candidato uninominale sia il simbolo della lista.
Voto annullato
Non esiste il voto disgiunto per cui l'unica circostanza in cui il voto viene annullato, perché considerato non valido, si verifica se l'elettore sbarra il simbolo di un partito e il nome di un candidato uninominale non collegato a quella data lista.