«La Regione siciliana viene da 5 anni di governo utile, ma anche da gravi bassezze politiche che hanno determinato, chiamiamolo così, uno scollamento del centrodestra, alle prese oggi con una frammentazione naturale e inevitabile dell’elettorato. In questo paradosso si è aperta una breccia che la mia candidatura può allargare fino a farci passare una giunta nuova, capace di guardare in faccia il futuro, di rimboccarsi le maniche per il lavoro da fare e di introdurre quell'indispensabile rinnovamento che gli impegni realizzati portano naturalmente con sè». Così Gaetano Armao, candidato alla presidenza della Regione siciliana del Terzo polo, con Azione e Italia viva. L’elettorato, per l’assessore all’Economia del governo Musumeci, «si è stancato fino alla nausea per gli scontri di potere di queste ultime settimane, culminati in una candidatura di rimessa del centrodestra, sia pure di grande profilo istituzionale. Il lavoro portato avanti in questi anni in qualità di assessore alle politiche economiche della Regione, non solo deve proseguire, ma è appena cominciato. Ricordiamo l’inserimento in Costituzione della condizione di insularità, di cui sono stato promotore. Il debito regionale ridotto da 8 a 6,6 miliardi di euro, nuove risorse regionali per 3 miliardi di euro...». Quale sarebbe uno de primi interventi? La Sicilia, sostiene Armao, «è oggi uno degli spazi più digitalizzati d’Italia, perchè siamo stati capaci di spendere il 95 per cento dei fondi destinati alla digitalizzazione messi a disposizione dall’Unione europea, mentre prima del mio arrivo ne era stato speso appena il 5 per cento. Siamo la regione con il maggior numero di comuni digitalizzati, il 60 per cento contro il 30 per cento della Lombardia. Questo significa aver disegnato sul territorio una trama di arterie capaci di irrorare centri di digitalizzazione complessi e attrarre così investimenti specifici, quindi posti di lavoro». Poi il turismo: «Invito tutti, chiunque vinca, a creare una cabina di regia comune, per fare del turismo in Sicilia una macchina perfetta, una pianta in grado di dare frutti in ogni stagione». Quindi le infrastrutture: «Tutti nel mondo politico sanno quanto mi sono battuto per il ponte sullo Stretto.... Ma la priorità per me è realizzare le infrastrutture dell’Isola e rendere Catania davvero vicina a Palermo, completando finalmente l’autostrada. Lo faremo e sarà uno dei primissimi impegni. La vera scommessa in Sicilia sarà la cura del ferro, certamente l’alta velocità in quel tratto di territorio citato, Catania-Palermo e, quindi, Trapani con lo sbocco turistico delle isole; ma soprattutto una rete ferroviaria capillare e moderna».