Sale la tensione tra M5s e Pd a pochi giorni dal deposito dei simboli elettorali per le regionali del 25 settembre. Al vertice con Caterina Chinnici convocato per discutere del documento di nove punti consegnato dal referente regionale Nuccio Di Paola, i 5stelle avrebbero chiesto ai Dem di non mettere nel proprio simbolo il nome della candidata alla presidenza della Regione. Naufragata l’alleanza progressista dopo lo strappo Conte-Letta, il M5s che in Sicilia ha fatto le primarie col Pd e la Sinistra per proseguire sul percorso sostiene la necessità che Chinnici sia rappresentata come la candidata «super partes» e quindi non identificabile col Pd. Una richiesta che al tavolo, il segretario Anthony Barbagallo, avrebbe stoppato di netto: «Non se ne parla». Sembrerebbe, tra l’altro, che i dem abbiano già depositato il nuovo simbolo all’Assemblea regionale, come prevede la legge per i partiti che si presentano alle elezioni e che hanno rappresentanza nel Parlamento regionale. Un nodo politico non di poco conto. Il sospetto del M5s è che mettendo il nome della Chinnici nel proprio simbolo il Pd «voglia cannibalizzare il consenso a scapito degli alleati». Il tema era stato affrontato qualche giorno fa nel corso dell’assemblea dei 5stelle e adesso il rifiuto del Pd alla richiesta potrebbe prestare il fianco a quanti nel Movimento sono per rinnegare l’alleanza e correre da soli. Questo anche alla luce di alcuni sondaggi che il M5s avrebbe in mano in base ai quali la loro lista in Sicilia si aggirerebbe attorno al 18-20 per cento. “In qualità di candidata alla presidenza della Regione, ho la responsabilità di rappresentare l’intera coalizione e lavorerò affinché le proposte avanzate dai partiti possano, prima possibile, essere ricondotte a sintesi in un programma di governo sul quale affrontare la campagna elettorale», dice Caterina Chinnici, al termine del confronto. Oltre a Di Paola e Barbagallo, presente ma in video-collegamento anche Claudio Fava. “Durante l’incontro - aggiunge la candidata - il Movimento 5Stelle ha manifestato intransigenza su una propria lista di nove punti programmatici. In virtù del mio ruolo, cercherò di svolgere un lavoro di cucitura tra le forze politiche in questa fase difficile. L’interlocuzione proseguirà nei prossimi giorni». “Ho inoltre chiesto - conclude Caterina Chinnici - che durante la composizione delle liste si ponga massima accuratezza nel verificare che i candidati non abbiano alcuna pendenza con la giustizia, un prerequisito sul quale ho trovato sintonia, e ho auspicato che le liste abbiano una consistente presenza di candidati espressi dal mondo giovanile, che rappresenta tanto il presente quanto il futuro della Sicilia». Ecco alcune delle richieste del M5s nel documento di nove punti: un primo elenco di assessori designati entro il 20 agosto; entro la prima metà di settembre le 10 delibere alle quali si darà subito esecuzione nel caso di vittoria alle elezioni regionali in Sicilia; no ai termovalorizzatori; no a sanatorie; rigassificatori solo in zone industriali; no ad alleanze con partiti contrari al reddito di cittadinanza; basta precari; eliminazione delle Aziende sanitarie provinciali (Asp) e la costituzione di una sola maxi-Asp; misure a sostegno del Superbonus 110%.