Più fondi per calmierare le bollette, proroga di un mese dello sconto benzina, due miliardi e mezzo per ampliare il taglio del cuneo fiscale e anticipare la rivalutazione delle pensioni, risorse per la sanità. Il decreto aiuti bis prende forma con le ultime limature prima del varo in Consiglio dei ministri atteso per questo pomeriggio. Un intervento «urgente», nel perimetro degli affari correnti, che Mario Draghi dovrebbe spiegare dopo il Consiglio dei ministri in una conferenza stampa, la prima dopo la caduta del governo. Ma le misure per lavoratori e pensionati deludono i sindacati, che si aspettavano più risorse e sperano ancora in un cambio di rotta. Quello che è certo è che si lavora per un iter veloce, con l’arrivo in Gazzetta atteso già nel fine settimana e l'impegno dei partiti a non presentare emendamenti, per garantire una conversione rapida e tener fuori i nuovi aiuti dalla morsa della campagna elettorale. Il lavoro sul provvedimento è ormai alle battute finali: ieri mattina il sottosegretario Roberto Garofoli e il ministro dell’Economia, Daniele Franco, hanno illustrato le linee generali ai partiti, compreso Fratelli d’Italia. In un incontro tecnico al Mef, è stato fatto invece il punto con i sindacati. Fino alla bozza spuntata in serata che in 41 articoli distribuisce oltre 14 miliardi di risorse, poggiando su due capisaldi: la replica degli aiuti già in vigore per famiglie e imprese e l’intervento su temi indifferibili come cuneo e pensioni. Tra le varie misure spicca l’aumento delle risorse per le bollette nell’ultimo trimestre: i fondi salgono a 5 miliardi dai circa 3 del precedente decreto per consentire uno sconto maggiore, rispondendo così anche al recente allarme dell’Arera sul rischio di nuovi aumenti. Viene quindi rafforzato il bonus sociale, arrivano più tutele per i vulnerabili e misure per la rateizzazione delle bollette. Le bollette potranno inoltre rientrare tra le misure di welfare aziendale. Per la benzina la proroga dello sconto di 30 centesimi sulle accise sarà solo di un mese (dal 21 agosto al 20 settembre, al costo di 900 milioni): al momento, spiegano gli addetti ai lavori, manca ancora il dato sugli incassi dall’extragettito, ma quando arriveranno i dati di luglio, si potrà procedere con la proroga fino alla fine di ottobre. Sempre sul fronte del caro-energia, poi, vengono replicati i crediti di imposta per 3 miliardi. Numerose le altre misure: dal raddoppio della soglia esentasse per i fringe benefit (vale 500 milioni ed entrano appunto anche i contributi delle aziende per pagare le bollette) alle nuove risorse per la sanità (1 miliardo alle regioni), dalla replica del bonus da 200 euro per chi ne era rimasto escluso (compresi i collaboratori sportivi) alle misure per la siccità (250 milioni) alle nuove risorse per bonus psicologo e trasporti. Misure anche dall’Ilva all’ex Alitalia, dal rifinanziamento di strumenti di sviluppo industriale alla scuola fino alla nuova governance per il comitato promotore delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. L’altra gamba del provvedimento, quella destinata ad aiutare lavoratori e pensionati, assorbirà - secondo quanto riferito dai sindacati - complessivamente 2,5 miliardi (anche se nella bozza sono previste cifre più alte): 1 miliardo per il nuovo taglio del cuneo (1,6 nella bozza), che da luglio passa da 0,8 a 1,8 punti percentuali; 1,5 miliardi (2,4 nella bozza) per l’anticipo di tre mesi della rivalutazione delle pensioni, con gli assegni che aumenteranno del 2% a partire da ottobre. Risorse che però non soddisfano i sindacati. «È poco più di un’elemosina», scuote il capo il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri, spiegando che si tradurranno in 100 euro lordi al mese in più per i lavoratori dipendenti e 10 euro ogni 500 euro di pensione per i pensionati. Meno dei 200 euro di una tantum, «risorse del tutto insufficienti», concorda il leader della Cgil Maurizio Landini che avrebbe voluto un ulteriore intervento sull'extragettito. Più morbida la Cisl, che pur concordando sulla necessità di rafforzare questo intervento, evidenzia i molti segnali importanti che arrivano dal provvedimento. Tra i partiti invece, che pur rimarca le proprie posizioni (da Fdi che spinge per introdurre una norma che risolva la questione della responsabilità solidale nella cessione dei crediti del Superbonus a Iv che rilancia il Mes per la sanità), prevale il senso di responsabilità, con Lega e Pd che si sono già impegnati a non presentare emendamenti.