Tra il presidente della Regione, Nello Musumeci, e il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, è scontro aperto. «Se c’è una sola parola che non si può utilizzare nei confronti del presidente Musumeci, fino a considerarla infamante e diffamatoria, è proprio “sleale”. In cinque anni, senza un solo giorno di crisi, non c’è alleato che non abbia avuto il pieno rispetto dei patti, perché pochi uomini politici hanno il senso della parola come il presidente della Regione. Semmai la lealtà non sempre è stata ricambiata, persino da chi ha incassato nomine concordate ed il giorno dopo votato norme bloccanomine». Lo dice l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, replicando a dure dichiarazioni di Gianfranco Miccichè. «Ormai è chiaro a tutti che quella di Miccichè è una vera e propria ossessione, che fa male a tutta la coalizione. Al contrario, dal presidente Musumeci non è mai nata alcuna polemica, essendosi fatto interprete più di tutti della unità del centrodestra. Miccichè, la stessa persona che ha parlato di miglior governo della Sicilia solo pochi mesi fa, non parla di risultati del governo, che sono stato copiosi e significativi. Non parla di niente che riguardi i siciliani. L’unico suo problema è meramente un costante attacco alla persona. Gli chiediamo maggiore equilibrio e cerchi di essere più rispettoso anche di Giorgia Meloni e di chi, come Ignazio La Russa, ha lavorato fin dal primo istante per l’unità della coalizione», conclude Razza. Tornando ad opporre il suo veto sulla ricandidatura del Governatore uscente, Miccichè aveva affermato: «Che colpa ho io se Musumeci ha avuto un atteggiamento arrogante e sleale nei confronti dei suoi alleati? Adesso la colpa è di chi non lo vuole?». Ma oltre a ribadire che il nome di Musumeci sarebbe «divisivo» per la coalizione di centrodestra Miccichè dice di essere pronto a rinunciare alla presidenza dell’Ars, così come richiesto da Fratelli d’Italia. «Se la prendano - ribatte il presidente in carica - hanno diritto di chiederla. Ma troviamo un motivo per smettere di avvelenare i pozzi del centrodestra. Così rischiamo di perdere». Per Musumeci «se Meloni e La Russa avessero avuto la bontà di ascoltare, non saremmo arrivati fin qui. Con i dirigenti siciliani abbiamo ottimi rapporti, ma l’atteggiamento di Roma è stato inspiegabile: si sono attaccati al fatto che Musumeci è l’uscente. Ma quella è un’aggravante, perché lo abbiamo già conosciuto». Riferendosi poi al vertice nazionale del centrodestra previsto per oggi, nel corso del quale dovrebbe essere individuato il candidato alla presidenza della Regione Miccichè rilancia ancora una volta il nome dell’ex ministro azzurro Stefania Prestigiacomo: «Non c’è dubbio che sarebbe il profilo migliore, ma sarei felice se il nome di Stefania venisse fuori da una riunione con tutti i partiti. Io ho fatto due richieste di vertici, mi è stato detto di no da FdI entrambe le volte. Prego qualcun altro di farsi promotore. Io, se invitato, ci sarò. In ogni caso non c’è dubbio che il nome debba essere deciso in Sicilia. Come si può pensare il contrario?».