Lunedì 23 Dicembre 2024

Primarie del centrosinistra in Sicilia in un clima infuocato: primo test tra M5S e Pd

Primarie in Sicilia

Il voto anticipato a Roma manda in tilt i partiti in Sicilia. C’è chi mette in dubbio, quando mancano appena 48 ore al voto on line e nei gazebo, le Primarie del campo largo per la scelta del candidato governatore anche se Pd e M5s confermano che si va avanti ma la tensione tra gli alleati è altissima. Sull’altro fronte, l’ampia fronda del «no a Musumeci» avrebbe già il nome alternativo (in pole Raffale Stancanelli di FdI) e sarebbe pronta a lanciarlo nel vertice previsto per domani: ma FdI frena, e chiede al leader di Fi Gianfranco Miccichè di rinviare il tavolo del centrodestra per la crisi a Roma. Nella bagarre politica, si valuta a Palazzo d’Orleans anche l’ipotesi election day per accorpare le regionali alle politiche. Ma in questo caso Musumeci dovrebbe dimettersi perché la legge impone al momento sei finestre utili: le quattro domeniche prima del 5 novembre (quando si votò cinque anni fa) e le due successive. Senza dimissioni dunque niente voto accorpato, con la Sicilia che andrebbe alle urne dopo le politiche. In base al timing delle Primarie, a mezzanotte scade il termine per registrarsi nella piattaforma e quindi potere votare sabato: nel pomeriggio la forbice delle registrazioni segnava 36-40 mila click, meno della metà delle 100mila pronosticate qualche mese fa. Il tema però è ben altro. A rendere l’idea delle tensioni in atto sono le parole di Claudio Fava (Centopassi), in corsa alle Primarie con Barbara Floridia (M5s) e Caterina Chinnici (Pd). «Per quanto mi riguarda, le primarie vanno avanti, ma mi chiedo con quale spirito di lealtà domani il partito di Conte sarà capace di lavorare al servizio di questa coalizione. E soprattutto - attacca Fava - mi chiedo se saranno primarie senza Papi stranieri, né forestieri venuti in soccorso dal centrodestra. Delle due, l’una: o si lavora insieme, uniti, per il cambiamento oppure si governa con Raffaele Lombardo». A rispondergli è Giancarlo Cancelleri, pezzo grosso dei 5stelle siciliani: «Le parole di Claudio Fava mi sembrano il disegno di una persona che sta facendo i capricci solo per poi poter avere la scusa e dire “io me ne vado e mi candido lo stesso”». Per il sottosegretario alle Infrastrutture «non è attaccando che si costruisce una coalizione: ve lo dico io: Fava sta solo mettendo le mani avanti, fa così solo per poter dire ‘io ve l’avevo detto, me ne vado e mi candido da solo». Tenta di gettare acqua sul fuoco il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo. «Nella nostra regione abbiamo lavorato uniti e compatti con un unico denominatore comune: scalzare il governo di centrodestra rappresentato da Nello Musumeci - dice - E su questo abbiamo messo su le Primarie». Si professa «garante e custode di questo prezioso cammino comune», Barbara Floridia che indica un solo obiettivo: «Allontanare l’isola dai fallimenti del governo di Musumeci». Fuori dalle Primarie, alcuni potenziali alleati dei progressisti lanciano i loro ultimatum: «Come nulla fosse accaduto, si sta andando alle primarie del campo largo tra Pd e M5s. Come si può rivendicare Draghi e allearsi con chi lo ha affossato danneggiando l’Italia?», scrive su Twitter il segretario di +Europa e sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova. «Anacronistica, assurda e ridicola la volontà di proseguire con le primarie in Sicilia», aggiunge Giorgio Trizzino, deputato di Azione. «Annullate le primarie, sarebbe una scelta di buon senso e di buona politica» è l’appello del senatore di Iv Davide Faraone.

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