«Sono rimasto addolorato da una affermazione che ieri (17 giugno) ho colto nell’intervista di un dirigente politico (Rosario Filoramo, ndr) che diceva che non è più tempo di candidare i familiari delle vittime di mafia. Considero questa affermazione volgare nel suo senso profondo, non so se fosse rivolta al sottoscritto o a Caterina Chinnici a cui ho già espresso la mia solidarietà. Ma l’idea che ancora qualcuno coltiva che i familiari delle vittime di mafia siano una sorta di sottospecie zoologica da trattare come tale, come se portassero addosso la lettera scarlatta, lo considero un pensiero regressivo, offensivo e violento da quale intendo distaccarmi». Lo dice Claudio Fava all’Ars riferendosi alle dichiarazioni del segretario provinciale del Pd palermitano, Rosario Filoramo, che ieri in una intervista aveva detto «non è più il tempo per candidare i parenti delle vittime di mafia». Anche il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, a margine della conferenza stampa sulle primarie di coalizione delle forze progressiste, ha detto a proposito delle dichiarazioni di Filoramo, che «la parola e il tono dell’Intervista tradiscono il pensiero unitario e condiviso che è emerso tra tutti gli organismi e gli altri segretari di federazione».