L’Ue tenta una svolta sui migranti in arrivo nell’Unione con un nuovo e ampio meccanismo automatico di redistribuzione dei richiedenti asilo.
Il patto per le migrazioni
Sarà contenuto in un Patto per le migrazioni basato sulla «solidarietà» e si affiancherà a nuove regole di «responsabilità» sui controlli alle frontiere, decisamente più strutturate, incluso il database sulle impronte digitali (Eurodac). Dovrebbe dare finalmente risposte a quei Paesi, come l'Italia, più coinvolti dagli sbarchi dopo operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo e lungo la rotta atlantica occidentale. Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese non a caso ne ha parlato come di un «avanzamento di rilevanza strategica verso una politica europea di gestione condivisa dei flussi migratori equilibrata ed ispirata ai principi di solidarietà e di responsabilità».
Il prossimo passo
L’accordo raggiunto al Consiglio dell’Ue Affari interni e Giustizia si dovrebbe tradurre ora nell’adesione a una dichiarazione, e non cioè in un dispositivo di legge valido per tutti gli Stati membri non essendoci l’unanimità. La partecipazione sarà su base volontaria, ma è atteso arrivi comunque da «una larga maggioranza degli Stati membri», ha annunciato per la presidenza di turno francese il ministro degli Interni di Parigi Gerald Darmanin. E dovrebbe consentire di andare oltre gli accordi di Malta del 2019 limitati a pochi Stati aderenti.
Chi è d’accordo e chi è contrario
L’impegno, che scatterà all’inizio per i primi 12 mesi di validità, dovrebbe inoltre vedere una dozzina di Paesi già pronti a partecipare con l’accoglienza dei migranti sbarcati in altri Stati, tra i più grandi figurano anche Francia e Germania. I sottoscrittori potranno comunque aderire all’intesa scegliendo se partecipare alla solidarietà con l’accoglienza o con un contributo finanziario. Tra i Paesi contrari dovrebbero esserci Polonia, Ungheria, Austria, Slovenia e Lettonia. Mentre tra i favorevoli, tra gli altri, Belgio, Olanda, Danimarca e Lituania. Baltici dunque in ordine sparso, mentre appare nuovamente diviso anche il gruppo dei Visegrad, visto che la prossima presidenza dell’Ue, la Repubblica Ceca, si è già impegnata a portare avanti il lavoro guidato da Darmanin. «Per la prima volta - ha sottolineato Lamorgese - si parla effettivamente del principio di solidarietà unita al principio di responsabilità, diversamente da quello che era l’accordo di Malta. Abbiamo avuto da parte di numerosi Stati l’adesione a questo nuovo meccanismo e quindi siamo fiduciosi anche nelle politiche future dell’immigrazione».
La ricollocazione e le quote
Il sistema di ricollocazione sarà basato su quote, anche se le cifre non sono ancora note, e già nei prossimi giorni dovrebbe diventare operativa una piattaforma ad hoc, coordinata da Presidenza e Commissione, per dare attuazione al meccanismo di redistribuzione.
Il piano del Regno Unito
Sulle migrazioni verso il Regno Unito, intanto, il contestatissimo piano concordato dal governo di Boris Johnson con quello del Ruanda per il trasferimento verso lo Stato africano di parte dei migranti sbarcati nel Paese ha visto oggi un primo ok dell’Alta Corte di Londra, con partenze in calendario da martedì prossimo 14 giugno, a dispetto dei ricorsi presentati da organizzazioni di tutela dei diritti umani col sostegno dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati.