Michele D’Amico, responsabile regionale del Cobas/Codir per le politiche dei beni culturali, e Simone Romano, coordinatore regionale del Cu.Pa.S./Codir (Custodi del patrimonio culturale siciliano), movimento che aderisce al Cobas/Codir, lamentano la mancata risposta dell’amministrazione regionale della Sicilia, alle richieste del sindacato, attraverso i propri legali, a pagare i lavoratori per le prestazioni rese nel 2020 in eccedenza del limite contrattuale del terzo dei festivi.
«Il vertice dell’assessorato ai Beni culturali - commentano i sindacalisti - - solo a parole si era reso disponibile al pagamento, ma alle parole non sono seguiti i fatti. L’avere ignorato le tante diffide pervenute, ha costretto i nostri legali a depositare gli atti propedeutici, nei vari tribunali della Sicilia, per l’emissione dei decreti ingiuntivi». «È del tutto evidente - proseguono - il danno economico che la l’amministrazione regionale subirà a causa dell’emissione di svariate centinaia di decreti ingiuntivi. Ci aspettiamo che l'amministrazione dipartimentale abbia il pudore di non richiedere al personale, per l’anno in corso, prestazioni oltre i limiti contrattualmente previsti. In caso contrario non esiteremo a ricorrere a tutti gli strumenti consentiti dalla normativa vigente per evitare il perpetrarsi dello sfruttamento, come già avvenuto nel biennio 2020/2021, di coloro che hanno sempre dimostrato grande sensibilità e senso di responsabilità nel mantenere i siti regionali della cultura aperti durante tutte le festività dell’anno».
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